Sanzioni elevate per i rave illegali: i politici italiani discutono sul techno party

Pene severe per i rave illegali
I politici italiani discutono su un techno party

Come uno dei primi atti ufficiali, il governo di destra in Italia ha organizzato un rave party illegale. Celebrate ora affronta una punizione drastica. L’opposizione vede questo come un tentativo di limitare le libertà generali di riunione e protesta.

In una disputa su una legge che vieta i rave party illegali, l’opposizione italiana chiede un cambiamento al nuovo governo di destra. “La legge è così brutta che non si può nemmeno aggiustarla: va abrogata”, ha chiesto al “Corriere della Sera” il leader dei socialdemocratici, Enrico Letta. Non solo i rave techno potrebbero essere colpiti dal piano, ma anche scuole, università e proteste ambientaliste.

Il nuovo governo del premier di estrema destra Giorgia Meloni ha portato lunedì in parlamento la controversa legge. Chiunque organizzi tali feste e occupi edifici o terreni senza permesso può andare in carcere fino a sei anni invece dei due precedenti. L’organizzazione di un assembramento di più di 50 persone che costituisce una minaccia per l’ordine pubblico, l’integrità fisica o la salute comporterà una multa compresa tra 1.000 e 10.000 euro. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha assicurato che i diritti alla libertà di espressione e di riunione non sono minacciati.

I rave techno con migliaia di partecipanti fanno sempre notizia in Italia. Durante il fine settimana, più di 3.500 persone hanno festeggiato per giorni in un edificio industriale vuoto a Modena, nel nord Italia. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha ordinato la presenza di diverse centinaia di poliziotti, che hanno posto fine pacificamente ai rave. Ha accusato gli organizzatori di aver rischiato “spargimenti di sangue”.

Meloni ha accolto con favore lo sforzo. “Sono molto contento del segnale chiaro che viene dato qui”, ha detto. Tuttavia, secondo i resoconti dei media, all’interno della coalizione di destra si sta già valutando di modificare la legge.

Calvina Fontana

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