Sentenza della Corte di giustizia europea su Sea-Watch: maggiore certezza giuridica per le ONG

: Maggiore certezza giuridica per i soccorritori marittimi

di Christian vonrechnerberg e Max Kolter

01 agosto 2022 | 19:15

Nell’estate del 2020, le autorità italiane hanno arrestato due navi di soccorso Sea Watch. I tribunali italiani devono decidere se questa misura è legale. La Corte di giustizia europea definisce il quadro.

La Corte di Giustizia Europea ha stabilito che le autorità italiane possono controllare la nave di salvataggio dell’organizzazione umanitaria Sea-Watch. Nel 2020 due navi sono state catturate al largo delle coste siciliane.

01 agosto 2022 | 01:32 min


Secondo l’UNHCR, i volontari del salvataggio in mare hanno salvato decine di migliaia di persone dall’annegamento nel Mediterraneo: ONG come SOS Méditerranée, Medici Senza Frontiere e Sea-Watch e. V. da Berlino. Il vostro lavoro è onorevole, ma è anche una questione politica.

Due navi della Sea Watch sono state detenute per mesi

Contro i soccorritori hanno preso posizione soprattutto gruppi populisti, come l’ex ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini. Sembra che funzioni, poiché le ONG continuano a sentire gli effetti negativi del loro lavoro. Soprattutto da quando le autorità italiane, ad esempio, hanno sequestrato le loro navi.

È un gioco noto: entri in un porto, le autorità ordinano un controllo di sicurezza straordinario, trova sempre qualcosa e poi mettono le catene alla nave. ONG Sea-Watch e. V. Ciò è accaduto su due navi nell’estate del 2020: la “Sea-Watch 4” a Palermo e la “Sea-Watch 3” a Porto Empedocle. I due sono stati nuovamente rilasciati solo dopo essere stati sottoposti a riposo obbligatorio per mesi.

Corte di giustizia europea: il controllo richiede rischi per la sicurezza

Il diritto dell’UE consente controlli apparentemente arbitrari? Può uno Stato di approdo impedire ad una nave di lasciare il proprio Paese, se necessario? Il tribunale italiano ha deferito la questione alla massima corte dell’UE.

La risposta alla decisione odierna è: sono consentite le ispezioni delle navi di soccorso private da parte degli Stati di approdo e, se necessario, la detenzione. Ma solo a una condizione: se esiste “evidenza credibile di un rischio per la salute, la sicurezza, le condizioni di lavoro a bordo o l’ambiente”. Gli Stati di approdo devono “provare in dettaglio” se questi requisiti sono soddisfatti in casi particolari.

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Le pratiche delle autorità devono cambiare

La Corte di Giustizia europea mette quindi fine ai controlli arbitrari: le autorità italiane devono spiegare con maggiore precisione perché esiste un rischio per la sicurezza. In particolare, le ispezioni non programmate non possono più basarsi esclusivamente sul fatto che una nave trasporta più persone di quelle consentite dai documenti.

Le autorità italiane citano abitualmente questo fatto come la ragione principale dei controlli. Tra le altre cose, hanno accusato la ONG di portare troppi giubbotti di salvataggio. Mancanza di comprensione da parte delle ONG. È nella natura delle navi di soccorso portare più giubbotti di salvataggio di quelli elencati sulla registrazione della nave, ha detto il portavoce di Sea-Watch Oliver Kulikowski. Almeno hai salvato le persone. La Corte di giustizia ora è d’accordo con lui.

Contrassegnare il certificato statale come pienamente valido

La decisione rafforza anche la posizione delle ONG sotto altri aspetti. Finora l’Italia ha richiesto a Sea-Watch di certificare le proprie navi come navi di salvataggio. Sea-Watch 3 e Sea-Watch 4 sono registrate come navi da carico multiuso in Germania come stato di bandiera.

Anche le autorità italiane hanno utilizzato il “sigillo di qualità” di Sea-Watch come un’opportunità per arrestare le navi. Chiedono ciò che non può essere soddisfatto: la categoria “nave di salvataggio”. Tuttavia, secondo Kulikowski, in Germania ciò avviene solo come intervento di salvataggio per conto dello Stato, non come iniziativa della società civile.

La Corte di giustizia europea lo sa: l’Italia deve riconoscere il certificato come vettore di merci. Le autorità non sono autorizzate a richiedere ulteriori certificazioni, come la certificazione come nave di salvataggio.

Maggiore certezza giuridica per le ONG grazie alla decisione della Corte di giustizia europea

Nel complesso, con la decisione la Corte di giustizia europea ha creato maggiore certezza giuridica. Inoltre, è ormai chiaro che alle autorità non è consentito trattenere le navi per ore, giorni o mesi a piacimento e con pretesti comuni. Sea-Watch ha valutato positivamente la sentenza. Tuttavia, non è chiaro cosa costituisca un “indicatore affidabile” di pericolo. I tribunali nazionali devono ora chiarire questo punto.

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Calvina Fontana

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