L’importanza della cultura musicale nella diplomazia moderna

Chinkota, Foto: archivio personale

La collaborazione tra l’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado, l’Ambasciata italiana a Podgorica e KotorArt La giornata musicale di Don Branko è iniziata tre anni fa con un programma multimediale in occasione del 700° anniversario della sua morte Danteed è proseguito con l’esibizione del rinomato ensemble “Akademia Byzantina”.

Quest’anno la partnership si concretizza con l’esibizione dell’ensemble “Mare nostrum”, un gruppo di punta specializzato in musica barocca, che si esibirà il 14 luglio presso la chiesa della Vergine a Prčanje.

Prima del concerto, abbiamo parlato con Robert Chincottdirettore dell’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado.

Da diversi anni l’Istituto Italiano di Cultura e l’Ambasciata italiana a Podgorica promuovono il patrimonio culturale del vostro Paese in uno dei festival artistici più grandi e importanti del Montenegro e della regione. Qual è secondo te l’importanza della cultura musicale nella diplomazia moderna?

La cultura musicale è sempre stata molto importante, soprattutto nella diplomazia moderna. La musica è un riflesso della particolare cultura e dell’epoca storica in cui è stata creata. Tuttavia ha anche un carattere universale che può essere applicato ad ogni tempo e luogo. Pertanto, attirerà sempre l’attenzione e susciterà l’ammirazione del pubblico e creerà legami tra culture, società e paesi. Non è un caso che i concerti di musica barocca italiana al festival KotorArt riscuotano sempre un grande successo.

Come seleziono i musicisti da inserire su KotorArt?

I criteri si basano sull’alto livello artistico dei musicisti selezionati. KotorArt è un festival molto importante e merita di far esibire al festival i migliori artisti del panorama musicale italiano. Naturalmente la selezione avviene in stretta collaborazione con il comitato artistico del festival, il che significa tenere conto dei desideri di un pubblico molto competente ed esigente, che riconosce sempre il talento degli artisti. L’ensemble proposto da molti anni tiene concerti nelle sedi più prestigiose del mondo ed è un orgoglio italiano.

Qual è il potenziale per continuare e rafforzare la cooperazione? Quanto è importante questo per l’Istituto Italiano di Cultura?

Il potenziale per una cooperazione continua è certamente molto ampio. Naturalmente possiamo e dobbiamo sempre andare avanti per onorare le tradizioni del festival KotorArt e del suo pubblico fedele. Tutti i settori culturali interessati dal festival potranno essere oggetto di eventi che coinvolgeranno artisti italiani di talento, con l’obiettivo di un ricco scambio culturale e comunitario. La nostra collaborazione con il festival KotorArt è molto importante perché, da un lato, rappresenta una delle migliori opportunità per promuovere la cultura italiana in una delle location più belle e prestigiose del Montenegro, dall’altro offre l’opportunità connettersi con il pubblico, necessario per creare l’alchimia dell’evento.

Questa istituzione è molto attiva nella promozione della cultura italiana, e come viene promossa la cultura montenegrina in Italia?

La cultura montenegrina è conosciuta in Italia. Mi riferisco principalmente alle diverse società culturali e artistiche che, soprattutto d’estate, visitano l’Italia, nonché alla tradizionale partecipazione del Montenegro alla Biennale di Venezia con un proprio padiglione, nonché alle traduzioni in italiano di opere di autori montenegrini. Sono tra questi Zuvdija Hodzic e, più recentemente, i giovani Nikola Nicolic. L’Italia è indubbiamente aperta ad ogni forma di cooperazione culturale con il Montenegro.

L’amicizia tra il Montenegro e l’Italia è caratterizzata da legami indissolubili, sia storici che culturali. Le Bocche di Cattaro sono una delle rare zone fuori dall’Italia ricche di monumenti, chiese, palazzi, che testimoniano la presenza dell’Italia nella zona. Quanto è importante la cultura oggi nel processo di connessione dei paesi?

La cultura gioca un ruolo importante nel favorire legami storici e culturali indissolubili tra Italia e Montenegro, e Boka Kotorska qui è particolarmente importante, grazie alla sua architettura di chiara impronta veneziana. Sono convinto che l’organizzazione di eventi culturali, non solo musicali, ma in tutti i campi debba essere portata avanti con l’obiettivo di rinfrescare, preservare e aumentare la ricchezza culturale della regione: architettura, archivi, libri, arte, discorso orale. tradizioni e tradizioni. Per quanto riguarda la cultura italiana, l’Istituto è ovviamente aperto alla collaborazione.

Daniele Folliero

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