La Commissione Ue mette in guardia l’Italia dal bracconaggio

La Commissione Europea ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia per non aver rispettato le linee guida sull’ambiente e sul benessere degli animali.

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Recentemente, la Commissione europea ha riscontrato che diverse leggi introdotte dal governo del primo ministro Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) violavano le direttive dell’UE. Al centro della denuncia ci sono le norme italiane sulla caccia.

Le munizioni tossiche al piombo sono consentite nelle zone umide

La commissione ha valutato che l’Italia non rispettava le norme sull’uso di munizioni di piombo all’interno e intorno alle zone umide. Pertanto, il governo ha violato il regolamento REACH (regolamento europeo sulle sostanze chimiche sulla registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche) e la direttiva sugli uccelli. Oltre a proteggere le specie di uccelli selvatici e i loro habitat, questa azione mira anche a proteggere gli esseri umani dagli effetti dell’avvelenamento da piombo. Finora anche la Svezia si è opposta al divieto totale delle munizioni al piombo.

La Commissione europea ha chiesto un adeguamento della legge

La legge italiana attualmente consente alcune eccezioni per la caccia. In tutta la riserva non è vietato uccidere e catturare animali selvatici. Inoltre, i bracconieri inseguono le loro prede in un momento in cui la caccia dovrebbe essere vietata dalle normative UE. Ma non è tutto: Roma è stata accusata anche di non aver attuato alcune misure per impedire la pesca di alcune specie marine.

La Commissione UE ha chiesto all’Italia di rispondere alle accuse entro due mesi e di apportare le modifiche necessarie alla legge.

Il governo è sotto pressione da parte delle organizzazioni di lobbying

I cacciatori italiani hanno affermato di non avere alcuna intenzione di infrangere le norme dell’UE. La più grande associazione nazionale di caccia in Italia spera che il governo chiarisca immediatamente la sua posizione sulle accuse.

Tuttavia, secondo l’Organizzazione italiana per i diritti, la protezione e il benessere degli animali (ENPA), le violazioni delle linee guida sono motivate politicamente. La presidente dell’organizzazione, Carla Rocchi, ritiene che il governo non stia facendo abbastanza per proteggere l’ambiente.

“In Italia, se ci sono rappresentanti dei cacciatori nella coalizione di governo, ovviamente i loro interessi verranno presi in considerazione”, ha detto a Euronews. A loro avviso, i partiti danno priorità alle richieste di alcuni gruppi di lobby per ottenere più voti dagli elettori. “Questo vale per i diritti degli animali, per l’ambiente e per molti altri ambiti della politica. “Al momento, la probabilità di tenere conto dell’interesse pubblico sembra piuttosto bassa”, ritiene.

Fiore Greco

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