Italia 10-11: si lascia scivolare tra le dita la medaglia e le semifinali

La Grecia ha perso contro l’Italia 11-10 nei quarti di finale del Torneo di polo maschile Campionato Mondiale di Doha, ha subito tre gol in 2’35” ed è stato eliminato prima della semifinale, ma non è stata tutta colpa sua. È vero, gli ultimi due minuti e mezzo sono stati un incubo, ma non si doveva preoccupare se avesse “bloccato” la partita dall’inizio, perché sembrava che potesse vincere la partita con quattro gol di margine.

Il “posto che dovrebbe essere”, che il presidente della KOE, Kyriakos Giannopoulos, ha dichiarato che la Nazionale maschile si troverebbe in un momento cruciale, è arrivato, nonostante la sconfitta nei quarti di finale contro l’Italia. Lo hanno detto i vertici di tutte le società sportive del Paese dopo la finale nazionale femminile di polo minore contro l’Italia a Eindhoven, mentre agli Europei di Zagabria gli uomini sembravano in svantaggio, perdendo 15-10 contro la Croazia.

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La Grecia “possedeva” l’Italia, facendo un inizio simile nella nazionale di polo femminile nei quarti di finale di lunedì. Era completamente concentrato sulla difesa, in tutte le condizioni, costringendo l’Italia a tirare nella terza offensiva e lui stesso è riuscito a segnare con Alexandros Papanastasiou, che suo padre potrebbe essere stato definito un “pilota”, ma lui stesso era un aviatore.

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Grecia-Italia: scandalo con Argyropoulos

Il momento decisivo è arrivato a 5’02 dalla fine del secondo quarto, quando Ioki Grata ha ricevuto un contrasto da Stelios Argyropoulos. Polista Grecia lo ha messo sul lato debole a due metri e l’arbitro ha controllato il VAR per antigioco. Dall’alto non era visibile nulla, ma quando controllarono dal basso, videro il ginocchio di Argyropoulos atterrare sul viso di Grata. Hanno accusato l’atleta del Ferencvaros di frode, cosa che non c’è stata perché Grata si è inginocchiato con una spinta, e lo hanno espulso senza sostituto, concedendo un rigore. Per quattro minuti la Nazionale si è trovata di fronte a un muro che non riusciva a inseguire, giocando con un uomo in meno. Il vantaggio con il punteggio di 4-2 e una difesa adeguata sono diventati un terreno fertile per i demoni che ovviamente hanno avuto anche un impatto mentale.

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Thodoris Vlachos ha fatto una grande mossa, ha sostituito Zerdevas sul 6-4 per supportare l’Italia con Panagiotis Tjortzatos. Quest’ultimo ha dato lo slancio con un intervento sotto i pali e la Nazionale è uscita anche con un break al 4′, ma ha trovato il gol negli ultimi secondi con un attacco dritto, vincendo cioè l’espulsione, con Stathis Kalogeropoulos. ed entrare nel primo tempo con un gol sotto.

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Grecia-Italia: Zerdeva diversi

Una fase simile per l’Argyropoulos si è verificata nei terzi otto minuti, quando la partita era ufficialmente in bilico. Al terzo minuto dell’ottavo minuto e dopo un attacco fallito, Grata avrebbe colpito accidentalmente Constantinos Kakkaris, ma entrambi gli arbitri hanno indicato “Sei in gioco”. Infatti l’Italia in questa fase gioca di più su giocatori offensivi e se in questa fase segna gol può incidere sul risultato.

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Vlachos ha riportato Zerdeva sul 6-5 e il portiere dell’Olympiacos da quel momento in poi è stato determinato a non perdere la nazionale contro l’Italia. Il portiere 26enne è stato fondamentale affinché la difesa acquisisse fiducia e ciò si riflette nel suo attacco. Con Zerdevas quasi invulnerabile, la Nazionale guadagna il giusto anche in contropiede. Insieme, hanno preso il controllo delle armi pesanti. Vlachopoulos e Genidounias hanno segnato gli ultimi quattro gol della Nazionale, ma non è bastato.

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Errori campani e loro “correzioni”

A 2’35” dalla fine Sandro Campagna commette un fallo in panchina, inserendo in campo un giocatore in anticipo. Genidounias ha segnato un rigore e il punteggio di 10-8 sembrava un segno di vittoria. Subito espulso Genidounias, che mancava ed era il terzo, e subito gli azzurri segnano, con Fontelli. Tuttavia, come ha detto Thodoris Vlachos, le cose si sono fatte più difficili in seguito. La Nazionale perde in tre attacchi con un uomo in più, con la prima Italia che segna in contropiede, la seconda che segna il gol vittoria con Di Fulvio e la terza che perde l’occasione, ai rigori, di mandare la partita ai calci di rigore.

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Cesarino Endrizzi

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