In Montenegro opera anche un sospetto riciclatore di denaro italiano di Cosa Nostra

Raffaele Valente, Foto: Termoli.tv


17.07.2014. 06:45

Un membro della mafia siciliana “Goat Nostra”, l’imprenditore edile Rafaele Valente (70), originario di Termoli, è stato arrestato due giorni fa nel corso di un’operazione di polizia italiana e rumena con l’accusa di riciclaggio di proventi illeciti.

Valente è stato arrestato insieme ad altri due cittadini italiani, gli ingegneri Romano Troncchi di Milano, Sergio Pilleri di Rieti e Victor Dombrovski della Romania, secondo un mandato emesso dalla Procura di Roma.

Sono accusati di aver tentato di riciclare il denaro di Coza Nostra attraverso la società rumena Ecorec.

Secondo le informazioni di “Vijesti”, prima del suo arresto, Valente si trovava in Montenegro, dove viveva e lavorava nel centro di Podgorica.

Secondo i dati del Registro centrale delle entità imprenditoriali (CRPS), Valente ha due società attive a Podgorica: “Hydro Integration International” e “MMA DOO”.

“Hydro Integration International” è stata fondata da Valente il 20 settembre 2010, con sede in Ulica slobode. La sua seconda azienda “MMA DOO” è stata fondata un anno dopo allo stesso indirizzo.

Le attività di Valente a Podgorica con la sua prima società erano inizialmente servizi finanziari e mediazione, ma nell’agosto 2011 ha cambiato le sue attività in “raccolta, depurazione e distribuzione dell’acqua”.

L’arresto dei mafiosi dell’altro ieri è stato effettuato a causa del tentativo di riciclare denaro proveniente dall'”eredità” del famoso mafioso siciliano ed ex sindaco di Palermo Vito Ćancimin.

Il portale italiano locale di Termoli, dove Valente è stato arrestato, facendo riferimento alla documentazione della Procura di Roma, scrive che si tratta dell’uomo che ha prestato servizio come “prestatore principale” (stop) al figlio di Ćancimin, che ha aperto un’azienda e ha portato avanti svolgere attività imprenditoriali a suo nome e che “è uno dei principali autori del commercio di rifiuti in Romania”.

Si dice che Valente, che abitava sulla linea Molise-Montenegro, fosse conosciuto nella sua città natale come il “Berlusconi di Termoli”, visto che un tempo costruì interi quartieri costituiti da edifici residenziali e commerciali.

Il piano del quarto era quello di “riciclare” denaro sporco comprando e vendendo la società rumena “Ecorec”, che gestisce due discariche, tra cui “Glina”, la più grande d’Europa, e “Tulćea”, e secondo l’indagine della Procura italiana Dietro di loro c’era Massimo, il figlio di Vito, Ćancimin, mentre il proprietario ufficiale era il rumeno Dombrovski catturato.

Massimo ha “riciclato” il denaro illegale di suo padre diversi anni fa investendolo in una discarica rumena, ha scoperto la procura italiana.

Anche la Procura rumena ha collaborato alle indagini, mentre la Procura di Roma ha scoperto un riciclaggio indiretto di denaro, indagando sull’infiltrazione mafiosa nel quartiere dell’Aquila dopo il terremoto.

Il mandato d’arresto è stato emesso dopo diversi mesi di sorveglianza, registrazioni con microcamere e intercettazioni telefoniche tra i quattro.

Daniele Folliero

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