Gli investimenti nel nucleare sono necessari affinché l’Italia raggiunga i suoi obiettivi energetici e garantisca la sovranità energetica dell’Europa, afferma il deputato di estrema destra Luca Toccalini. L’Italia vuole inserire il nucleare nel proprio approvvigionamento energetico, oltre agli investimenti nelle fonti energetiche rinnovabili e alle partnership con i Paesi nordafricani per le forniture di gas.
– Oltre che pulito e sicuro, l’investimento nel nucleare è indispensabile per raggiungere gli obiettivi strategici della sovranità energetica italiana ed europea – ha affermato l’on. Luca Tocalini (Lega).
Questa strategia è stata condivisa dai partiti centrali, come l’ex premier di Viva Italia Matteo Renzi e l’ex ministro dell’Economia di Azione Carlo Calenda, formando la coalizione del “Terzo Polo”.
Pochi giorni fa la Camera dei Rappresentanti ha approvato una proposta di maggioranza sulle iniziative energetiche per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica, in particolare per quanto riguarda l’energia nucleare. La proposta obbliga il governo ad accelerare il processo di decarbonizzazione in Italia e valutare la possibilità di includere il nucleare “come fonte alternativa e pulita di produzione di energia”.
Per soddisfare il fabbisogno nazionale di energia pulita, il governo deve anche individuare le aree “fuori dall’Italia” dove si produce energia nucleare per stipulare accordi e partenariati internazionali.
– La quarta generazione di energia nucleare è sicura e pulita – ha affermato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Picheto Fratin.
Lo scorso marzo, l’Italia ha partecipato come osservatore a un incontro sull’energia nucleare ospitato dalla Francia a margine del Consiglio Energia dell’UE a Bruxelles. Un mese fa, undici paesi europei hanno firmato una dichiarazione congiunta sull’energia nucleare nell’ambito dell'”Alleanza nucleare” guidata dalla Francia.
La Germania non ha partecipato all’alleanza scegliendo la strada opposta. Gli ultimi tre reattori nucleari del paese sono stati chiusi il 15 aprile, nonostante le proteste di alcuni importanti politici, scienziati del clima e ricercatori.
Secondo Tocalini, l’amministrazione del presidente tedesco Olaf Scholz “ha deciso di ascoltare i Verdi, mostrando un certo pragmatismo”.
Il referendum del 1987 che portò all’abbandono del nucleare in Italia non introdusse divieti, né richiese la ripetizione del referendum sulla prosecuzione della costruzione di centrali nucleari. Basta una semplice legge che dichiari un piano energetico nazionale, segnala A02S.
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