Italia: risarcimento di 50.000 euro a coppia, per rumore notturno

Una coppia in Italia, in fuga dalla rumorosa vita notturna del loro quartiere, ha fatto appello alla giustizia. E dopo una lunga disputa gli è stata data ragione e riceverà un risarcimento.

Ora, I sindaci di tutta Italia temono che ne seguirà un’ondata di appellia seguito della decisione della Corte Suprema di Cassazione che ha riconosciuto che i rumori della vita notturna possono costituire un pericolo per la salute.

Nella prima sentenza di questo genere in Italia, la Suprema Corte di Cassazione ha condannato il Comune di Brescia a pagare ai coniugi 50.000 euro a titolo di risarcimentoperché non è riuscito a proteggerli dal rumore, secondo Il Messaggero.

Con questa decisione finisce contenzioso durato 10 anni, con cui la coppia rivendica il diritto alla “vita tranquilla” e al “riposo”. Sono residenti al Carmine, quartiere di Brescia noto per la vivace vita notturna.

La coppia ha riferito di aver trascorso molte notti insonni a causa del chiacchiericcio incontrollato della gente, spesso ubriaca, nella strada vicino casa. La Corte Suprema di Cassazione ha riconosciuto la loro situazione, concordando con precedenti sentenze della Corte che lo affermavano il rumore di bar e ristoranti è pericoloso per la salute della coppia. Il rumore, ha affermato la corte, ha violato il loro diritto alla pace e alla tranquillità.

I sindaci di altre città italiane temono di essere costretti a pagare migliaia di euro di risarcimento ai residenti nelle zone dove la vita notturna è diventata più intensa, soprattutto a seguito della pandemia. Ad esaminarlo sarà anche la Corte di Cassazione appello di 29 residenti nel quartiere San Salvario di Torino. Se il comune lo conferma, potrebbe essere costretto a rispettare la decisione precedente risarcimento di 1,2 milioni di euro.

In altre regioni d’Italia, gruppi di residenti hanno intrapreso azioni legali – o hanno minacciato di farlo – a causa del rumore della vita notturna. Tra gli altri, a Bari, dove 140 residenti hanno presentato ricorso alla corte perché “irritati dal rumore continuo”, secondo Il Messaggero.

Con informazioni del Guardian

Cesarino Endrizzi

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