In questo giorno del 1918, l’esercito italiano vittorioso nella prima guerra mondiale occupò gran parte della costa croata.
Fonte: B92, Povijest.hr
Foto: Profimedia
La Croazia allora apparteneva all’Austria-Ungheria sconfitta, che si stava disintegrando. L’esercito italiano occupò quindi Rijeka, Zadar, Vis, Hvar, Korcula, Mljet e Lastovo.
L’Italia voleva occupare lo spazio che le era stato assegnato entrando in guerra a fianco dell’Intesa. È in questo contesto che va intesa la decisione del parlamentare croato di unirsi al Regno di Serbia.
Cioè, credevano che solo in questo modo avrebbero potuto impedire agli italiani di catturare gran parte della costa croata. La Serbia è stata anche la vincitrice della guerra, quindi unirsi allo stesso paese significava schierarsi con i vincitori. anche Stjepan Radi, che ha avvertito i politici croati di non “correre come oche nella nebbia”, era consapevole che l’unificazione con la Serbia era inevitabile.
Voleva solo che il sindacato non fosse approvato in nessun caso.
Ricordiamo che il presunto rapporto tra Italia e Croazia è stato discusso anche dal premier Ora Meloni, e questa affermazione è diventata significativa dopo le elezioni in Italia.
“È vero che sono sempre stato contrario all’ingresso della Croazia nell’Ue fino a quando non restituirà la proprietà a Esuli. Per non parlare del ritorno, immediato, in Istria e Dalmazia”, ha detto Meloni, che ha pubblicato uno status su Josip Broz Tito diversi mesi fa. fa. .
“È assurdo che si mostri vergogna a qualcuno responsabile del massacro di italiani. I fratelli italiani hanno da tempo proposto leggi per porre fine a questa vergogna. Le vittime di Febe e i loro cari meritano solidarietà e giustizia. : presto revocare l’Ordine della Repubblica Italiana da Maral Tito”, scriveva a febbraio di quest’anno sul suo profilo Facebook.
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