Tensione nel Mediterraneo per la distruzione degli insediamenti romani

Undici romani abitano nel campo dietro la Zecca, a Mesogeion, che l’amministrazione decentrata intende demolire oggi e dall’alba nella zona c’è tensione.

Da martedì mattina presto, circa 40 persone che vivono nel campo di Halandrio si sono radunate sul lato del Mesogeion, in cima alla Zecca, per bruciare pneumatici e bloccare parzialmente il flusso verso Atene, con conseguente traffico intenso.




Non passò molto tempo prima che una forte forza di polizia fosse convocata e arrivasse sul posto.

I residenti del campo hanno reagito alla prevista demolizione di diverse case nella prima fase. Le agenzie sociali si sono precipitate dalla loro parte.

Il sindaco di Chalandrio, Simos Roussos, ha chiesto al governo di risolvere il problema, intervenendo alla televisione SKAI. “Non è una soluzione spostare gli studenti ei genitori che vivono qui da 40 anni in cima alla montagna”, ha detto e ha chiesto che i piani di demolizione vengano ritirati e che si avvii un nuovo dialogo.


L’area in cui si trova attualmente il campo Rom appartiene al Ministero delle Finanze. I romani vi si insediarono quasi 40 anni fa, nel 1971, finché non si decise di trasferirli nella vecchia base americana sulla vetta “Kandyli” del monte Pateras, a Megara, a quota 750 metri.

Nel campo di Chalandrio vivono 74 famiglie, per un totale di 250 persone.
Il 21 ottobre è attesa una decisione del Consiglio di Stato sulla legalità o meno del trasferimento dei residenti del campo a Megara.

Roma, così come il sindaco di Chalandrio, ha ritenuto che l’area scelta per ricollocare i residenti del campo non fosse idonea.



Infatti, Simos Roussos, nella sua lettera all’Amministrazione decentrata dell’Attica, ha sottolineato che l’area in cui è stato chiesto ai rom di stabilirsi era “del tutto inadatta e impreparata ad accogliere la famiglia rom di Chalandrio, i cui membri includevano molti bambini e anziani” .

Secondo il sindaco Chalandrio, la zona di Megara è a 750 metri di altitudine, la temperatura è bassa, non ci sono scuole o altre infrastrutture di base.

RAPPORTO: LIEUTERIS SUHAIB

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Ludovico Schiavone

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