Teatro Massimo di Palermo
Mafia e Hollywood – un gioiello dell’opera siciliana
26 ottobre 2023 di Michael Atzinger
È il teatro lirico più grande d’Italia, con una storia importante tra storicismo e Hollywood: il Teatro Massimo di Palermo in Sicilia. Piaceva non solo al suo padrino, ma anche al direttore d’orchestra Riccardo Muti. Anche se in quel momento aveva altre preoccupazioni.
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Per cominciare dalla rassegna: “Non vi lasciamo senza musica”, questa la promessa che il Teatro Massimo di Palermo fa al pubblico lirico nella stagione invernale 2020/21. Continua a leggere sul grande striscione bianco sopra i gradini del famoso portale principale. Nella prima crisi di questo inverno pandemico, tutto era chiuso: tranne il teatro dell’opera, tutti i bar, gli hotel e i ristoranti, le strade erano deserte, la vivace città era stranamente silenziosa. Non ti è nemmeno permesso sederti su una panchina del parco per mangiare il cibo che hai portato. Ma il Teatro Massimo con il suo direttore musicale Omer Meir Wellber sta mettendo insieme un pastiche di cinque secoli di storia della musica. “Il crepuscolo dei sogni” significa “sogno crepuscolare”. 30.000 persone hanno guardato la prima in live streaming.
Un tempio musicale fatto per Hollywood
Ora, alla fine di ottobre 2023, la vita è tornata da tempo. I ristoranti e i bistrot attorno al teatro in piazza Giuseppe Verdi cominciano a darsi da fare, soprattutto all’aperto, visto che alle sette di sera la temperatura è ancora di 25 gradi. Al calare dell’oscurità, i lampioni illuminano il maestoso santuario della musica e i due enormi leoni di bronzo che fiancheggiano i gradini esterni con una calda luce gialla.
Scene da “Il Padrino, Parte III” | Fonte immagine: image Alliance/United Archives | Archivi Uniti / kpa Pubblicità
Gli appassionati di cinema conoscono quasi ogni angolo della casa: lì Francis Ford Coppola fece ambientare una scena importante della terza parte de “Il Padrino”. Eccellente e musicalmente composto: sul palco, il figlio di Michael Corleone, Anthony, fa il suo debutto operistico nel ruolo di Turiddu nella “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni, e in palchi e corridoi, i Corleone combattono gli assassini siciliani – con pistole, coltelli e veleno. cannoli, pasticceria nazionale siciliana: panini dolci ripieni di ricotta e panna.
Una storia con le ombre della mafia
Teatro Massimo di notte | Fonte immagine: image Alliance / Bildagentur-online/Schickert | Bildagentur-online/Schickert
Il film è uscito nelle sale cinematografiche nel 1990. Il Teatro Massimo è chiuso da 16 anni. Le scale e il palco dovevano essere restaurati almeno per renderli adatti alle riprese. Nel 1974, Cosa Nostra, un ramo della mafia siciliana, chiuse la casa fatiscente e compì omicidi seguiti da ristrutturazioni. Allora milioni di persone si riversarono nel canale oscuro e per molto tempo nulla venne cambiato o ripristinato. Al più tardi nel 1992, due attentati mortali contro i giudici antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino fecero riconsiderare la politica e la società. E cinque anni dopo, il teatro dell’opera recentemente rinnovato è diventato un simbolo di rinascita culturale e sociale. Questa “Primavera palermitana” ha anche un nome (politico): Leoluca Orlando, fino a giugno 2022 il coraggioso sindaco di Palermo, amante dell’arte e della musica, che, secondo la sua stessa dichiarazione, si è recato al opera “almeno venti volte a stagione”.
Il più grande teatro lirico d’Italia
La rinascita del Teatro Massimo nel 1997 fu ovviamente attentamente considerata: nel maggio 1897 il teatro aprì con il “Falstaff” di Verdi, e 100 anni dopo Claudio Abbado eseguì il “Nabucco” di Giuseppe Verdi, il santo nazionale della musica classica – che, come in molte città, è anche il nome di questa piazza. Con i suoi 7.700 metri quadrati, il Teatro Massimo è il teatro lirico più grande d’Italia. Fu costruito tra il 1875 e il 1897 da due palermitani: padre e figlio Basile. Questo auditorium poteva ospitare più di 3.000 spettatori, ma ora può ospitare 1.300 persone.
Si avvicina la prima: Don Giovanni diretto da Riccardo Muti
Martedì sera non c’erano quasi 1.300 persone in piazza Giuseppe Verdi davanti al Teatro Massimo, quando quella sera è stata annunciata la prima di una nuova produzione del “Don Giovanni” di Mozart – come una piccola azienda a conduzione familiare: diretta da Riccardo Muti e co- diretto da Chiara Muti, sua figlia. Molti appassionati d’opera erano restii a travestirsi a causa delle voci che circolavano da lunedì secondo cui i dipendenti dell’azienda avrebbero preso parte ad uno sciopero generale indetto dai sindacati di tutta Italia. Una reazione ai tagli al budget culturale operati dal compianto Silvio Berlusconi.
Rescue: Riccardo Muti accompagna al pianoforte?
Ha suonato anche il pianoforte per salvare lo spettacolo: Direttore Riccardo Muti | Fonte immagine: SF/Marco Borrelli
Il sito web del Teatro Massimo è rimasto silenzioso fino all’inizio previsto dell’opera, dicendo solo che le rappresentazioni “non possono essere garantite”. Nel frattempo si è saputo che Riccardo Muti voleva salvare a tutti i costi la prima, magari proponendone una versione breve con i cantanti, con lui al pianoforte, cosa che aveva già fatto. A quanto pare si allenava anche a porte chiuse nel pomeriggio. Successivamente si è scoperto che i palermitani potevano leggere la cancellazione sui giornali e i clienti venivano avvisati via email. Così i turisti, che non avevano ancora ricevuto informazioni ufficiali aggiornate, si sono ritrovati tra i loro coetanei, hanno potuto persino acquistare un libro con il programma, visitare il palco in cui Don Altobello ha concluso la sua vita nella terza parte de “Il Padrino” – e poi, dopo l’annuncio, purtroppo lo spettacolo è stato cancellato e dopo pochi minuti siamo stati rilasciati di nuovo fuori in una caldissima sera di ottobre. Potrebbero aver voluto placare un po’ i fan dell’opera che hanno viaggiato molto, permettendo loro di sperimentare il talento.
L’arte sostiene la vita delle persone
Dedica sopra il portico del Teatro Massimo
Ciò che resta per tutti, a parte la delusione di essersi persi la visita all’opera, è la dedica che il Teatro Massimo Palermo presenta ai visitatori sopra il suo grande foyer: Arte popolare e vita popolare. Scena vano delle il diletto non miri a preparar l’avvenire. L’arte rinnova le persone e preserva la loro vita. Tutto il divertimento sul palco sarà vano se non sarà finalizzato a dare forma al futuro.
Trasmissione: “Allegro” il 26 ottobre 2023 alle 06.05 su BR-KLASSIK
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