La funivia si è schiantata il 24 maggio scorso, nei pressi della cima del monte Motarone, a quasi 1.500 metri di altitudine. Solo un bambino israeliano, di 5 anni, è sopravvissuto.
I tre uomini sono stati arrestati in relazione all’incidente della funivia che è costato la vita 14 persone, vengono rilasciati nella notte tra sabato e domenica, e ne parla il giudice “assolutamente nessuna prova” contro due di loro, secondo fonti giudiziarie.
La funivia è caduta 24 maggiovicino alla cima del Monte motociclo, ad un’altezza di ca 1.500 metri. Solo un bambino israeliano, di 5 anni, è sopravvissuto.
L’amministratore delegato Gabriele Tandini è stato posto agli arresti domiciliari, mentre sono stati rilasciati il direttore tecnico Enrico Perozio e il titolare della funivia Luigi Nerini.
Tutti e tre sono ancora indagati. In Italia, i giudici possono ordinare la custodia cautelare solo in circostanze particolari, se esiste il rischio di fuga dell’indagato.
I tre uomini sono stati arrestati mercoledì dopo che Tandini ha ammesso alle autorità di aver disattivato il freno di emergenza, cosa che avrebbe potuto evitare la tragedia.
Ha ammesso di averlo fatto perché il sistema non funzionava correttamente ed era stato spento più volte. Ha confermato che la decisione è stata presa sulla base di un accordo con gli altri due sospettati.
Ma il giudice Donatella Bunchi Bonamici ha ritenuto che contro Nerini e Perozio non esistesse “nessuna prova”, secondo la decisione pubblicata oggi dal Corriere della Sera.
Invece, secondo la corte, Tandini ha cercato di incolpare i suoi due superiori dopo aver agito “con totale disprezzo per la vita umana, con straordinaria negligenza”.
Il procuratore Olympia Bossi ha detto che valuterà attentamente la decisione del giudice, alla quale potrà ricorrere in appello, e si assicurerà che non incida sulle indagini.
“Il sospettato rimane lo stesso, il nostro lavoro continua”, ha detto ai giornalisti.
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