Qatargate, Andrea Coccolino: per la quarta volta rinviata la decisione di estradarlo in Belgio

La risposta dell’Italia all’ERT: Christian Mavris

La Corte d’appello di Napoli ha rinviato per la quarta volta la decisione relativa all’estradizione dell’eurodeputato Andreas Coccolino alle autorità belghe nell’ambito dello scandalo Qatargate.

Il deputato democratico italiano del Parlamento napoletano è agli arresti domiciliari da due mesi e una commissione della Corte d’appello ha fissato un nuovo processo per il 2 maggio.

Secondo i giornali Il Denaro, la decisione è stata assunta dall’ottava sezione della Corte d’appello di Napoli per tre motivi: a) il procedimento è stato ritenuto ‘a priori illegittimo’, b) gli addebiti a carico dell’eurodeputato sono stati ritenuti indeterminati, ec) le condizioni di detenzione ( in Belgio) non garantiva il diritto di una persona a essere presunta innocente fino a quando non fosse stata definitivamente punita.

I sostenitori di Andrea Coccolino, Dezio Ferraro e Federico Conte, hanno espresso la loro soddisfazione, come riporta Italia Repubblica. “I giudici hanno accolto le tre domande preliminari poste dalla difesa. Hanno chiesto al Belgio un nuovo verbale carcerario dopo quello inviato, che riteniamo generale e non individuale”.

Secondo i sostenitori dell’eurodeputato italiano, e come riportato da Il Denaro “il procedimento che conduce all’emissione dei mandati d’arresto europei sarebbe illegittimo in assenza di mandati d’arresto nazionali, vale a dire atti come i mandati di custodia cautelare previsti dall’ordinamento italiano, che elencano elementi che determinano restrizioni alla libertà personali”.

Infine, c’è anche l’aspetto sanitario di Andrea Coccolino, lui stesso affetto da problemi cardiaci, che sono “legati alla presunta incompatibilità dell’eurodeputato con le carceri belghe”.

La decisione è arrivata poche ore dopo che l’avvocato di Andrea Coccolino, Federico Conte, ha rilasciato un’intervista alla BBC di stato britannica, in cui l’avvocato ha affermato che il mandato era “completamente poco chiaro, parzialmente e talvolta anche privo di trasparenza” e che i pubblici ministeri stavano cercando di per “vedere se Cotsolino si prende una pausa”.

Ludovico Schiavone

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