Infrangendo le specifiche, hanno dato da mangiare ai maiali pizza, pane e pasta.
Il Prosciutto di Parma Italiano, Denominazione di Origine Protetta San Daniele (DOP), ha, come tutti i prodotti DOP, particolari specifiche di produzione come un particolare modo di taglio, stagionatura, è prodotto esclusivamente con carne suina di razza italiana e sale marino, ed inoltre il maiale “deve essere allevato secondo precise tradizioni antiche”. Vale a dire con verdure e cereali lavorati.
Questo è anche il motivo per cui la Corte Suprema italiana ha respinto il ricorso degli allevatori condannati per aver nutrito gli animali in modo non conforme agli standard, divenuto poi una caratteristica delle pratiche successive. “frode commerciale“.
In particolare l’allevatore, come scrive Il Sole 24 Ore, è stato riconosciuto colpevole di aver inviato “cibo di origine e qualità diversa da quella dichiarata”. Di particolare interesse per gli allevatori sono state le testimonianze dei lavoratori e dei revisori dei conti che, sulla base delle ricevute documentanti la quantità di pane, pasta e pizza acquistati nonché il numero di animali presenti nello stabilimento, hanno concluso che la pizza, la pasta e il pane acquistati venivano consumati dai maiali della fattoria.
Questa non è l’unica truffa smascherata per i prodotti DOP italiani. Con due condanne a sei mesi, tre assoluzioni e una carcerazione preventiva che si concluderanno il 24 maggio, il processo”prosciuttopoli“, lo scandalo che colpì le aziende agricole di Breda di Piave, Quinto, Castello di Godego, Treviso, Zero Branco e Trevignano, proprietarie di allevamenti di suini da produzione Prosciutto di Parma e San Danielei quali, violando le norme, avrebbero inseminato suini con sperma proveniente da una razza suina danese.
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