La barca a vela è salpata da Türkiye circa una settimana fa. Secondo dodici sopravvissuti la barca si è capovolta a causa dell’esplosione. Tra i dispersi ci sono almeno ventisei minori: bambini, adolescenti e perfino neonati. Sulla barca a vela colpita non c’erano nemmeno i giubbotti di salvataggio.
“Molte delle navi private che abbiamo incontrato non si sono fermate per aiutarci. “Alla fine siamo stati salvati dai turisti francesi che non hanno esitato a prenderci”, ha detto uno dei sopravvissuti. La maggior parte proviene dal Kurdistan iracheno, dall’Afghanistan e dall’Iran.
La Turchia rimane il punto di partenza
“Si tratta di una nuova tragedia. La rotta marittima scelta dai trafficanti di esseri umani, a partire dalla Turchia, non è stata gestita con attenzione. Sono necessari maggiori sforzi, sia da parte dell’Europa che di tutti i nostri governi”, ha affermato il presidente della regione. Calabria, Roberto Occiuto.
Fatto sta che il viaggio dall’Oriente al Mediterraneo centrale continuò, senza essere oggetto principale di incontri e contatti italo-turchi. La scorsa settimana, infatti, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è stato ospite ufficiale di Georgia Meloni al vertice del G7 in Puglia. Tuttavia, nonostante i numerosi incontri bilaterali, non sembra che abbiano avuto conversazioni personali.
Oltre 800 vittime entro il 2024
Allo stesso tempo, nuovi naufragi si sono verificati nel Mediterraneo centrale, a sud della Sicilia. L’operazione di salvataggio è stata effettuata dalla ONG Reqship. Cinquantuno persone sono state portate a terra in sicurezza, ma per dieci migranti e rifugiati la speranza è stata delusa. “Siamo arrabbiati, il bastione europeo sta uccidendo”, hanno scritto online i membri della ONG tedesca.
Secondo le agenzie delle Nazioni Unite, dall’inizio dell’anno sono morti nel Mediterraneo più di 800 migranti e rifugiati. L’UNICEF ha chiesto l’immediato rafforzamento dei mezzi e delle risorse umane a disposizione della Guardia Costiera italiana, poiché “ogni naufragio è un evidente fallimento collettivo”.
Fonte: Germania Welle
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