Secondo i media italiani, il leggendario calciatore e allenatore serbo è morto dopo una lunga battaglia contro la leucemia
Uno dei migliori calciatori serbi di sempre, e poi allenatore Siniša Mihajlović è morto dopo una grave e lunga malattia all’età di 53 anni, riferisce Corriere ha scritto italiano Giornale Delo Sport.
Mihajlovic è morto in un ospedale in Italia circondato dalla sua famiglia. Le sue condizioni di salute peggiorarono rapidamente nei giorni precedenti, sconfisse più volte la malattia maligna, ma la leucemia “abbaiò i denti” e pose fine alla sua vita per sempre.
È nato il 20 febbraio 1969 a Vukovar e ha iniziato la sua carriera calcistica professionistica nel 1988 in Vojvodina. Nel dicembre 1990, la Stella Rossa lo acquistò per un milione di marchi, un record assoluto nel calcio jugoslavo. In maglia biancorossa ha giocato prevalentemente al centro, e solo dopo la partenza per la Roma nell’estate del 1992 ha iniziato a giocare nella posizione di “terzino sinistro”. Due anni dopo era alla Sampdoria, e lì era un “libero”. Segue un ingaggio alla Lazio, e all’Inter ha appeso le scarpe al chiodo.
In carriera ha vinto 16 trofei: cinque scudetti, Coppa dei Campioni, Coppa delle Coppe, quattro Coppe Italia, Coppa Intercontinentale, Supercoppa Europea e tre Supercoppe Italiane.
Ad oggi detiene il record in Serie A con 28 reti segnate su punizione. In Brasile, una volta misurarono la potenza del suo tiro e stabilirono che la palla viaggiava a 165 chilometri all’ora.
Ci sono stati pochi altri leggendari tiratori di punizione nella storia dell’attaccante più importante del mondo, ma Miha ha dimostrato di essere il più creativo.
( Corriere, Giornale Delo Sport )
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