L’italo-austriaco che ha portato la Squadra Azzurra sul tetto del mondo e ha giocato contro “Gourli” Tsitsipas

Se l’Italia alza la pregiata “insalatiera” a Malaga e 2Quello La Coppa Davis nella sua storia, a 47 anni dall’impresa in Cile, non è solo merito del talento del nuovo 22enne fenomeno del tennis mondiale, Yannick Sinner. Ma indirettamente, tranne che, è chiaro il fascino portato su di lui dalle due sconfitte del campione greco all’inizio della stagione tennistica del ’22, ma anche del ’23. Sia a Melbourne che agli Australian Open: primo set 3-0 ai quarti, secondo set 3-2 agli ottavi.

A prescindere da ogni pregiudizio o, meglio, dalle semplici coincidenze che spesso si verificano nello sport, quello che è certo è che l’Italia è tornata ai vertici del tennis mondiale dal 1976 con un protagonista decisivo, un uomo che, fino all’età di 6 anni. , non sapeva una parola di italiano e fino all’età di 13 anni non sapeva nulla di tennis perché i suoi genitori sognavano che diventasse un bravo e, soprattutto, un famoso sciatore.

Anzi, è migliorato ancora, diventando il tennista numero 4 al mondo, che parla ancora un italiano stentato e pensa in tedesco, ma ha quasi 14 metri. Con i dollari accumulati finora, padre Johan Hanspeter e madre Siglinde, rispettivamente chef e cameriera dello chalet della stazione sciistica di Sesto, dove sperano che il loro bambino sia il prossimo, potrebbero mandare in pensione anticipatamente una carriera combattuta durata sei anni. (il più grande di sempre) Lo svedese, Ingemark Stenmark.

Non è un traguardo da poco quello che Yanik ha ottenuto in soli sei anni di carriera e la prima volta che ha tenuto in mano una racchetta da tennis all’età di 14 anni. Ha iniziato il 2017 come numero 1592 del mondo e anno dopo anno è salito al numero 4, dietro Medvedev, Alkarath e Djokovic, davanti a Rublev e Tsitsipas. Soprattutto guadagnando gradualmente attenzione, interesse, ma anche rispetto da parte degli altri atleti italiani, che fino allo scorso anno continuavano a chiamarlo “Carrot Boy”, prendendosi gioco dei suoi riccioli rossi sassoni, pur accusandolo di essere, “antiitaliano” solo e soltanto per la fortuna o la sfortuna di essere nati in Alto Adige, regione autonoma, al confine con l’Austria, ma in territorio italiano, con regime fiscale speciale, appartenente alla Provincia del Trentino Alto Adige, una delle tre più ricche paesi (Italia).

Un Territorio che, in virtù del Trattato di Saint Germain, siglato nel 1919, subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, tra il Regno d’Italia e l’ex Impero Austro-Ungarico, regalò il Sud Tirolo agli italiani vittoriosi. Ma poiché l’Austria stava implodendo, per placarli, l’Italia promise loro (e mantenne) eterne esenzioni fiscali, che si tradussero in una popolazione di oltre 1 milione di abitanti. ancora oggi nessuno paga la minima tassa, né in Italia, né ovviamente in Austria. Insomma, “sulla carta” sono considerati cittadini italiani legali a tutti gli effetti, ma loro stessi si sentono austriaci al 100%, sia in termini di istruzione, filosofia, educazione, per non parlare di mentalità. Una di quelle famiglie è Shiner.

Un giocatore di 22 anni che ha ancora difficoltà ad articolare una normale conversazione in italiano, perché pensa in un’altra lingua, ma che con le sue imprese ha portato l’Italia a vincere la storica Coppa Davis, la prima dal ’76, quando poi Panata, Bertolucci, Barajuti, Zugarelli ha sconfitto (volutamente, in rosso), il Cile e il dittatore Pinochet in casa. Il primo titolo, a livello di squadra, dopo aver perso due volte in finale contro l’Australia, allora guidata da Rod Laver.

Questa volta, nella finale di Malaga, sempre contro i “canguri”, l’Italia guidata dalla stella Sinner ha vinto la preziosa “insalatiera” battendo l’Australia 2-0 e l’impresa più bella di Sinner è arrivata in semifinale, con la Serbia dove l’italo-austriaco ha sconfitto ed ha eliminato il grande Novak Djokovic, cancellando, di fatto, non uno, ma ben tre match-point.

Nel testa a testa complessivo con il numero 1 del mondo, Shiner è ancora sotto 4-2, ma le sue due vittorie su Djokovic sono arrivate nell’arco di una sola settimana: una a Torino, in un “ATP Masters of the Masters” partita di qualificazione e un altro secondo nella semifinale di Davis a Malaga. Finora nei suoi quasi 6 anni di carriera e dopo la Coppa Davis, a livello individuale, cioè i tornei del Grande Slam, il suo più grande risultato è stato arrivare alle semifinali di Wimbledon quest’anno dove è stato sconfitto dal vincitore finale, Alcarath che guidava la modo. 4-3 nei loro incontri finora.

Stefanos, invece, ha perso 5-3 nello scontro diretto, ma “noi diciamo”, quelle due sconfitte, sia l’anno scorso che quest’anno a Melbourne, gli hanno finalmente dato il fascino giusto per completare un ricordo indimenticabile, per l’Italia, Alto Adige, ma anche Austria, 2023…

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Maura Pirlo

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