L’Italia sta intensificando gli sforzi diplomatici con la Turchia, con l’obiettivo ultimo di risolvere la questione migratoria

La risposta dell’Italia all’ERT: Christian Mavris

L’Italia si sta muovendo dinamicamente nel campo della politica estera, e per i prossimi giorni si occuperà del Mediterraneo, in particolare della Turchia. In cima all’agenda c’è l’immigrazione, da tempo punto critico per il Paese.

Mercoledì 11/01, il Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni ha convocato un Consiglio di Gabinetto a Palazzo Chigi per discutere la questione con i Vice Primi Ministri Matteo Salvini e Antonio Tajani, il Ministro dell’Interno Matteo Piandentossi e il capo dei servizi segreti italiani, Elisabetta Belloni.

Con loro il presidente del Consiglio ha discusso una strategia per rallentare il flusso di immigrazione irregolare verso l’Italia, passando attraverso accordi con i Paesi di partenza. Ciò premesso, non è un caso che gli sforzi diplomatici dell’Italia per normalizzare l’immigrazione abbiano richiesto stretti contatti con la Turchia, e successivamente con Libia e Tunisia.


Con l’imminente Consiglio europeo dedicato al problema principale dell’immigrazione irregolare (9 e 10 febbraio), Meloni deve dimostrare ai suoi partner europei che la sua squadra può ottenere risultati concreti. Per questo, oggi 13/01, il Ministro degli Esteri e Vice Primo Ministro italiano, Antonio Tajani, si è recato nello stesso giorno ad Ankara per incontrare il suo omologo turco, Mevlut Cavusoglu.

L’incontro Tajani-Tsavosoglou: focus sull’immigrazione, ma non solo

Come sottolineato dall’apposito comunicato della Farnesina di ieri, “la missione, che consentirà di valutare le relazioni bilaterali, in particolare di cooperazione stabile nel settore economico, e di discutere temi chiave regionali e internazionali, si inserisce nel quadro strategia più ampia del Governo italiano per rafforzare la cooperazione con i principali Paesi del Mediterraneo allargato e favorire una maggiore cooperazione nella gestione dei migranti”.

Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani (AP Photo/Riccardo De Luca)

E infatti, come ha notato la stampa italiana, i temi all’ordine del giorno erano vari e importantissimi: l’immigrazione clandestina, l’approvvigionamento di gas naturale, il ‘dossier libico’ e la guerra in Ucraina.

Nella sua dichiarazione alla stampa turca (Sabah Quotidiano e Anatolia) prima dell’incontro, Tajani ha fatto riferimento all’immigrazione, sottolineando che “siamo pronti a una più stretta cooperazione per combattere il terrorismo in tutte le sue forme, così come il traffico di persone e l’uscita illegale”.

Al termine dell’incontro di Ankara, il ministro degli Esteri italiano ha affermato che “la lotta all’immigrazione clandestina è una priorità per Italia e Turchia” e in tweet ha anche aggiunto che lo stesso vale “per la stabilizzazione della Libia e dei Balcani”.

Già ieri il ministro degli Esteri italiano Tajani ha sottolineato la priorità assoluta dell’immigrazione per l’Italia, indicando che questa sarà in cima all’agenda da parte italiana. “Il governo (italiano) sta lavorando per risolvere il problema dell’immigrazione. Serve un forte impegno da parte dei Paesi della regione per far fronte alla partenza dei clandestini”.

Tajani ha infatti sottolineato che parlerà con l’omologo turco Cavusoglu “non solo della rotta del Mediterraneo orientale, attraverso la quale molti migranti raggiungono l’Europa attraverso i Balcani, ma anche della Libia, che – insieme alla Tunisia – è un altro grande bacino di partenza . “.

L’Italia guarda al Mediterraneo (di nuovo).

L’Italia è in una nuova fase dei rapporti con la Turchia, e non è un caso che la prima visita dopo la nuova strategia del governo Meloni sia stata quella del ministro degli Esteri Tajani oggi ad Ankara.
L’era del ‘dittatore Erdogan’ (sotto Draghi, come l’ordine dei più famosi
Sofagate) sembra essere passata sull’altare della diplomazia e nell’ambito del (tentativo di) realizzare i piani del Governo Meloni. Inoltre, il fatto che la Farnesina italiana abbia confermato oggi che i due Paesi stanno lavorando “per rafforzare i (loro) legami economici, anche attraverso il business forum di Istanbul” indica il rafforzamento dei rapporti bilaterali che è ‘in corso’.

L’Italia quindi non vuole perdere altro tempo, tantomeno in materia di immigrazione, e già lunedì prossimo 16/01 il ministro degli Esteri italiano Piandedossi si recherà ad Ankara per incontrare il suo omologo turco Soylu.

Secondo l’agenzia di stampa italiana Nova, la Turchia ha un interesse strategico ad affrontare l’afflusso di migranti irregolari e “la rotta greco-turca rappresenta circa il 15% degli arrivi in ​​Italia via mare entro il 2022, dopo la rotta libica, da cui arriva circa il 50% dei migranti, e la Rotta tunisina, con circa il 30%”. Qualcosa che giustifica il fatto che nelle prossime settimane la Farnesina e la Farnesina siano attese in trasferta in Libia e Tunisia.

Come nota oggi il quotidiano Europa oggi “Non è la prima volta che il governo (italiano) cerca di raggiungere un accordo con i Paesi nordafricani per fermare gli arrivi, ma Tunisia e Libia non si sono mai dimostrate partner molto affidabili in questa vicenda”. Resta da vedere se questa volta il piano del Governo Meloni avrà successo.

Maura Pirlo

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