Si è aperto un fronte tra il governo italiano e i tribunali di quel paese, a causa del mancato sviluppo di un hot spot in Albania, poiché i 16 migranti originariamente trasferiti lì sono tornati in Italia.
Sabato (19/10) sono tornati in Italia dodici migranti che erano stati trasferiti per poche ore – come si è scoperto – in due centri chiusi nel nord dell’Albania creati dal governo di Roma.
Le restanti quattro persone sono rientrate da giovedì 17 ottobre a bordo di una nave della Guardia costiera italiana, perché due persone sono minori e due persone rientrano nella categoria vulnerabile.
Sedici di loro lo sono il primo migrante ad essere salvato dalla Guardia Costiera Italiana e trasferito nella vicina Albaniain una struttura realizzata con i fondi del governo romano.
Il motivo per cui questo caso si è trasformato in un fiasco è dovuto alla decisione della Corte italiana, che ha stabilito – basandosi sulla Corte di giustizia dell’UE – che il paese di origine dell’immigrato era considerato “sicuro”. , deve rispettare tutte le libertà individuali e tutti i diritti umani.
“Quando i giudici oltrepassano il limite, la politica deve intervenire”
Il ministro della Giustizia italiano, Calo Nordio, stretto collaboratore di Giorgia Meloni, intervenendo ad una conferenza tenutasi a Palermo, in Sicilia, ha parlato in modo molto critico di questa decisione.
“Quando i giudici eccedono i limiti della loro giurisdizione e credono di avere poteri che non possono esercitare, come quello di dichiarare un Paese sicuro, allora deve intervenire la politica che esprime la volontà del popolo. Diamo voce alla comunità, se la comunità non è d’accordo con ciò che facciamo, torniamo a casa. “I giudici indipendenti e indipendenti non danno ragioni a nessuno e quindi non possono avere poteri che siano essenzialmente e chiaramente politici”, ha detto Nordio.
Il ministro italiano ha aggiunto che “relativamente all’intero caso verranno prese iniziative legislative” e che “la decisione specifica rischia di causare un incidente diplomatico, perché chiunque valuti come non sicuro un Paese amico come il Marocco potrebbe creare problemi”.
Tajani: “Le decisioni del governo vanno rispettate”
Il governo italiano ha ricordato di aver espresso venerdì (18/10) il suo disappunto per la decisione della magistratura italiana, indicativa la dichiarazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani.
“Sono abituato a rispettare le decisioni dei tribunali, ma voglio che vengano rispettate anche le decisioni esecutive e legislative”, ha affermato il capo della diplomazia italiana.
Più tardi, sullo stesso argomento, ha aggiunto: “La democrazia si basa sulla separazione dei poteri. La magistratura dovrebbe far rispettare la legge, non usarla per impedire al governo di attuarla”.
Il ministro dell’Interno italiano, Matteo Piandendozzi, ha aggiunto che “il governo farà ricorso alla massima corte del Paese”.
Melone: Gli ostacoli verranno superati
Intanto Georgia Meloni ha sottolineato che “troverò una soluzione anche a questo problema. Lunedì ho convocato il Consiglio dei ministri per approvare le norme che ci permetteranno di superare questo ostacolo”.
“Non penso che spetti alla magistratura stabilire quali paesi siano sicuri o meno. “Questa è una responsabilità del governo e quindi credo che il governo debba chiarire cosa significa un Paese sicuro”, ha sottolineato il Primo Ministro italiano.
In Italia, però, l’opposizione di centrosinistra ha alzato la voce e attraverso la segretaria del Pd, Ellie Schlein, ha dichiarato: “Il governo Meloni ora deve chiedere scusa all’Italia e disfare tutto quello che ha fatto in Albania, facendo un passo indietro. La legge vale per tutti, innanzi tutto per il governo.”
Le domande di asilo dei dodici migranti sono state respinte dalle autorità italiane, ma hanno due settimane per impugnare la decisione.
Albania: questi sono i due punti caldi creati dall’Italia
Vale la pena ricordare che l’Italia ha aperto due hot spot in Albania finanziati dal governo della Georgia Meloni, a seguito dei relativi accordi con il governo di Edi Rama.
Di fronte alla Meloni, il giorno dell’inaugurazione del palazzo, Rama ha dichiarato:. “Siamo orgogliosi di poter aiutare come cittadini europei, anche se non siamo cittadini dell’Unione Europea. Se questo accordo dovesse fallire, il fallimento non sarà dovuto ai secondi fini dei criminali, ma alla spontaneità del cuore”.
Intanto il suo omologo italiano ha sottolineato: “Riteniamo che in questo ambito la cooperazione tra i Paesi dell’Ue e quelli che non sono ancora membri dell’Unione europea sia di grande importanza. Questo accordo si pone tre obiettivi principali: la lotta contro la tratta di esseri umani, la prevenzione flussi migratori irregolari e accogliendo solo coloro che, di fatto, hanno diritto alla protezione umanitaria internazionale in Europa”.
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Forte reazione all’insediamento di strutture italiane in Albania
L’accordo dell’Italia con l’Albania sulla chiusura di due centri per migranti irregolari ha suscitato una forte reazione.
Georgia Meloni aveva riferito all’epoca che la permanenza dei “disperati in mare” in questi centri non avrebbe dovuto superare un mese e che la capienza sarebbe stata di 3.000 persone. All’interno di questi centri vigerà la legge italiana, ma la sicurezza sarà gestita dagli albanesi.
Il gruppo italiano di centrosinistra ha espresso la sua contrarietà. Il Pd, rivolgendo interrogazioni alla Commissione europea, ha affermato che “l’accordo dell’Italia con l’Albania è sbagliato e non risolve alcun problema”. Come sottolineato a riguardo, tale protocollo “potrebbe sollevare seri problemi, in particolare con riferimento alle normative europee e internazionali, le quali prevedono che venga scelto il porto sicuro più vicino e garantiscono il diritto alla protezione internazionale e il rispetto delle libertà individuali”.
Vale la pena notare che un precedente simile si è verificato anche nel Regno Unito, che ha istituito in Ruanda centri chiusi, sempre utilizzati per la presentazione e l’esame delle domande di asilo. Tuttavia, dopo la Brexit, il paese è diventato un paese fuori dall’UE, mentre il governo di Keir Starmer ha deciso di abolire questo accordo.
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