L’Italia dopo 26 mesi ha lasciato lo stato di emergenza a causa del coronavirus. I costi che lo Stato ha pagato finora sono stati pesanti: 160mila persone hanno perso la vita, i contagi hanno raggiunto i 15 milioni. Da oggi, con la consapevolezza della situazione, inizia una nuova fase. Nei bar e nei ristoranti non ci sono più restrizioni all’esterno, basterà anche un test negativo per accedere all’interno.
Allo stesso tempo, gli insegnanti che non sono stati vaccinati possono tornare a scuola. Tuttavia, non entrano in contatto diretto con gli studenti, ma con compiti diversi, che non sono ancora chiari. Gli insegnanti si rifiutano di cambiare, anche temporaneamente, diventano amministratori e presidi e gli insegnanti delle scuole medie non sanno come risolvere i problemi.
La pandemia non si è placata
Contemporaneamente ad oggi, per poter comprare le sigarette, andare in banca o in un ufficio postale, o entrare in un qualsiasi negozio, non serve il certificato di vaccinazione.
Accesso gratuito, con mascherina, ai mezzi pubblici. Per i treni e gli aerei nazionali, le navi e gli impianti sportivi, invece, sono ancora richiesti certificati di vaccinazione – o test negativi. Le fasi non tornano alla pienezza del 100%.
Va notato, però, che nelle ultime settimane il controllo in Italia e il generale rispetto delle regole si sono in alcuni casi “indeboliti”. “La pandemia non è ancora finita, ma da oggi stiamo cercando di gestirla senza misure di emergenza”, ha affermato il ministro della Salute italiano Roberto Speranza. “Ma dobbiamo essere realistici, non esiste un pulsante OFF che possa spegnere la pandemia. “Il virus continua a circolare e l’uso delle mascherine al chiuso è molto importante”, ha avvertito l’italiano.
Theodoros Andreadis-Siggelakis, Roma
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