Secondo il giornale, “ci sono state molte reazioni alla possibilità di eleggere l’ex ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio”.
Il quotidiano italiano La Stampa nel suo dettagliato articolo fa riferimento al caso della nomina dell’inviato speciale dell’Ue per i Paesi del Golfo Persico. Secondo il quotidiano, “ci sono state molte reazioni alla possibilità di eleggere l’ex ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio” e ora “l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri, Jose Borel, sta frenando”. Per quanto riguarda la sua posizione, il quotidiano italiano ha aggiunto che il favorito è Dimitris Avramopoulos.
Allo stesso tempo, l’articolo sottolineava che “il governo italiano ha espresso scetticismo” su Di Maio e che “ora protestano anche i Paesi arabi”.
La Stampa ha aggiunto che, secondo le informazioni, “l’ex ministro italiano ha presentato la sua candidatura per un determinato incarico, poco prima della scadenza del termine” e secondo fonti del quotidiano, appunto, “dopo la sua scadenza”.
Facendo riferimento agli sviluppi delle ultime settimane, vale la pena ricordare che, dopo la sconfitta di Di Maio alle elezioni italiane di settembre, Borel ha inizialmente deciso di sostenere la sua candidatura e di proporla ai governi dei Paesi membri. “Tuttavia, la valanga di reazioni negative sembra aver convinto Borrell a fare marcia indietro, o almeno a non fare ulteriori passi avanti, lasciando le patate bollenti nelle mani dei governi europei”.
La Stampa ha scritto che la candidatura di Di Maio non è stata sostenuta dal governo Meloni e il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha sottolineato che “la candidatura è stata avanzata dal governo precedente”. Allo stesso tempo, gli eurodeputati leghisti hanno chiesto a Borel di spiegare le ragioni della sua preferenza.
“L’alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri, tuttavia, è preoccupato, soprattutto a causa del contraccolpo internazionale”, si legge nell’articolo. La vicenda è stata riportata con scetticismo dal quotidiano francese Le Monde e dal quotidiano britannico The Guardian, ma soprattutto la reazione è stata espressa direttamente dal Golfo Persico.
Come ha detto a La Stampa Mohamed Baharoon, capo dell’autorevole think tank “B’huth”, con sede a Dubai, “da ministro degli Esteri, Di Maio è riuscito a portare i rapporti dell’Italia con l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti al punto più basso della Emirati.” .
Il riferimento, come è stato spiegato, “era l’embargo italiano sulla vendita di armi a questi due Paesi, deciso dal governo Draghi nel gennaio 2021 (dopo che il precedente governo Conte aveva bloccato le vendite), mentre il capo della Farnesina Di Maio era di Roma, la decisione è stata presa dall’Italia, dopo le proteste di entrambi i Paesi”.
Secondo Baharoon, “l’elezione di questo tipo di persona, per una posizione che dovrebbe migliorare le relazioni dell’Ue con i Paesi del Golfo, è abbastanza ridicola”,
“Una decisione che sembrava presa, ora è ‘bloccata’ e Borel cerca una via d’uscita”, ha detto una fonte diplomatica al quotidiano torinese. Yang informa i suoi lettori che “di solito, Borel deve sottoporre un nome al Consiglio d’Europa, che poi, a sua volta, deve approvarlo a maggioranza allargata”.
C’erano però due problemi: “questa soluzione metterebbe in difficoltà il governo italiano, poiché, in teoria, la scelta degli italiani potrebbe essere approvata dal governo di Roma che si oppone”. D’altra parte, “se la candidatura verrà respinta, sarà una perdita per lo stesso Borel”.
Di conseguenza, l’Alto rappresentante dell’Unione europea Spagna – secondo La Stampa – starebbe studiando una soluzione, sulla base delle precise scelte del governo. La scelta tra i quattro candidati che raggiungono questa fase finale”.
“Oltre a Di Maio, restano in gioco l’ex ministro degli esteri cipriota ed ex commissario europeo Markos Kyprianou, l’ex ministro degli esteri slovacco Jan Kubis e l’ex commissario greco Dimitris Avramopoulos, che secondo più fonti sembrano essere i favoriti”. ha scritto il giornale italiano.
Infine, alcuni organi di stampa italiani hanno evidenziato che Dimitris Avramopoulos non era ancora stato nominato, ma da subito molte fonti diplomatiche lo hanno considerato il “favorito” per l’incarico.
Fonte: RES-EMP
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