Il governo italiano ha limitato l’uso pubblico del software antivirus russo Kaspersky per paura che Mosca possa usarlo per attacchi informatici, come rappresaglia per le sanzioni impostegli dopo l’invasione dell’Ucraina.
Questo sviluppo arriva pochi giorni dopo un avviso dell’Ufficio federale tedesco per la sicurezza delle informazioni, che ha consigliato agli utenti dei prodotti Kaspersky di scegliere alternative a causa del rischio di attacchi informatici.
Il vicesegretario alla sicurezza del governo italiano, Franco Gabrielli, ha annunciato al Senato che stava modificando le regole per consentire ai servizi pubblici di disinstallare software.
Le nuove regole dovrebbero essere approvate nei prossimi giorni, ha affermato una fonte anonima di Reuters.
L’ufficio Italia di Kaspersky Labs ha espresso la preoccupazione dell’azienda per il dipendente italiano e le azioni intraprese nei suoi confronti per ragioni geopolitiche piuttosto che tecniche. La società è privata e non è affiliata al governo russo, hanno insistito.
Sempre in Italia, il team Ferrari in Formula 1 ha annunciato martedì che il suo accordo di sponsorizzazione con Kaspersky è stato sospeso di comune accordo. Un portavoce della Ferrari ha detto che la società sta esaminando l’uso del software antivirus.
Le preoccupazioni per un possibile intervento russo hanno portato il governo degli Stati Uniti a vietare i prodotti Kaspersky già nel 2017.
Kaspersky ha ripetutamente affermato di non essere controllata dal governo russo e il suo fondatore, Yevgeny Kaspersky, ha sostenuto la diplomazia per trovare una soluzione pacifica in Ucraina. “La guerra non giova a nessuno”, ha scritto su Twitter all’inizio di marzo.
Accogliamo con favore l’inizio dei negoziati per risolvere l’attuale situazione in Ucraina e speriamo che porti alla cessazione delle ostilità ea un compromesso. Crediamo che il dialogo pacifico sia l’unico strumento possibile per risolvere i conflitti. La guerra non fa bene a nessuno.
– Eugenio Kaspersky (@e_kaspersky) 1 marzo 2022
Kaspersky Labs ha annunciato nel 2020 che avrebbe trasferito tutta la sua infrastruttura di elaborazione dati dalla Russia alla Svizzera, aprendo “centri di trasparenza” in Canada, Europa e altri paesi per dare ai clienti il controllo sul suo codice.
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