Itoudis e gli italiani ci hanno insegnato molto

Pallacanestro

Dove iniziare? Dall’ammettere errori ai rigori tecnici e “scusa” o tifare pubblicamente la squadra senza odiare l’avversario e riconoscerne il valore?

QUELLO Dimitris Itoudis si è scusato pubblicamente per la penalità tecnica ricevuta in un momento cruciale e l’italiano ha dato una lezione.

Questo per quanto riguarda il comportamento mostrato dall’allenatore Qui così come i fan italiani che ci mostrano la strada da seguire. In sostanza, è una strada a senso unico. Cultura e onestà, ma soprattutto come gestisci le situazioni, sono “fari”.

Poco dopo la gara si è conclusa, con il polso che ha raggiunto l’assoluto, cioè Dimitris Itoudis fra tutti si è scusato PUBBLICAMENTE per la sanzione tecnica ricevuta: “E’ stata colpa mia e mi dispiace. Era chiaro che la palla era nostra ma non dovevo prendere un rigore tecnico. Non giochiamo da soli, gli avversari non ci diranno quanto ti sei divertito vieni qui, dai” ha detto tipico.

Era senza parole. Lui ha vinto e tuttavia si è costruito un grande nome. Ammettere in pubblico i propri errori non è solo un tratto della propria mentalità e personalità, ma anche un percorso da seguire.

Anche in “condizioni di sicurezza” (gli umani hanno vinto) rileva un errore nel suo comportamento e si scusa. Immagina quanto sia importante per la squadra vedere il proprio allenatore fare una cosa del genere. Non aver paura di assumerti la responsabilità PUBBLICAMENTE e anche dopo aver vinto!

Allo stesso tempo applaudiamo l’incredibile pubblico italiano, che ha creato un’atmosfera calorosa ed entusiasta, concentrata nel tifare la propria squadra del cuore senza creare odio per gli avversari.

Mi preoccupo soprattutto nelle partite decisive Grecia, la maggior parte delle persone va allo stadio perché odia l’avversario e lo vuole vedere “battuto”, non perché vuole veder vincere la propria squadra.

Applaudono per lui nazionale greca, lo divinizzarono Antetokounmpo e hanno fatto delle foto con lui e con Itoudis e il resto del cast e hanno riconosciuto la sua superiorità. Tuttavia, dando alla propria squadra il più caloroso applauso per i loro sforzi.

Non è così che dovrebbe essere fatto? Ma dimenticavo, questo è uno “straniero”.

Cesarino Endrizzi

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