Italia: uno sciatore sopravvive seppellito sotto una valanga per 23 ore

Fortunatamente per lui, uno sciatore di 54 anni è rimasto intrappolato in una valanga per 23 ore ed è sopravvissuto.

Carluccio Sartori, italiano 54 anni ha raccontato dopo 14 mesi la sua straordinaria avventura, avvenuta nel gennaio 2023 sulla montagna della Val Badia in Alto Adige e secondo il New York Post “i medici non potevano credere ai loro occhi” a quello che hanno visto, dopo essersi aspettati il ​​peggio.

“I medici non riuscivano a spiegarlo”, ha detto, aggiungendo che “avrei dovuto morire entro le prime otto o dieci ore. Mi trovarono vivo dopo quasi un giorno e tutte le parti del corpo funzionavano. Di solito devo amputare per restare in vita”.

Alla fine è stato sottoposto a cure per congelamento e ha avvertito qualche disagio alle gambe e alle braccia, come difficoltà a chiudere facilmente la mano destra, ma i suoi movimenti non sono stati influenzati.

Attribuì la sua sopravvivenza anche al fatto che dalla neve che cadeva su di lui si formavano camere d’aria che gli fornivano ossigeno e protezione dal freddo. D’altronde i medici ritengono che la sua condizione fisica sia un fattore cruciale, perché anche se è vecchio, Carluccio ha il corpo di un giovane atleta.

“Quando mi hanno trovato [οι διασώστες]Ne sono consapevole”, aggiungendo che “tutto ha funzionato perfettamente”.

Come riporta il New York Post, la maggior parte delle morti da frana sono causate dal soffocamento, e questo dipende dal tempo. La possibilità di sopravvivenza varia dal 95% se la vittima viene districata entro 15 minuti, ma questa possibilità scende al 37% dopo soli 35 minuti.

Sartori – che ha ammesso di aver avuto paura – alla fine ha attribuito la sua sopravvivenza alla sua forza mentale e alla sua estrema voglia di vivere.

“Sapevo che non potevo arrendermi, non potevo dormire affatto, altrimenti sarebbe stata la fine”, ha detto all’agenzia di stampa locale Ansa. Ha anche sottolineato di aver deliberatamente evitato di pensare a sua moglie e ai suoi figli durante il calvario, perché “quella era la fine”.

Ludovico Schiavone

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