Sconvolta, l’Italia ha assistito a quanto accaduto nelle ultime 24 ore a Catania, in Sicilia. Ieri pomeriggio una madre ha denunciato alla polizia il rapimento della figlia da parte di tre uomini armati, ma in seguito ha confessato il suo omicidio e ha mostrato alla polizia dove si trovava il corpo della ragazza.
La giovane donna, di circa 20 anni, ha raccontato che i tre uomini hanno portato via il bambino dalla sua auto. Sembra che prima sia tornato a casa e nella seconda fase sia andato alla Polizia insieme ai suoi familiari.
Le autorità schierate non hanno trovato testimoni per confermare l’incidente, né hanno trovato immagini dalle telecamere sulla scena. Ecco perché è stata immediatamente avviata un’indagine familiare più ampia per indagare sull’incidente.
La donna era “spezzata” e ha confessato
Durante gli interrogatori notturni, secondo quanto riferito, la madre ha spesso negato la sua storia. Alla fine la giovane “si è rotta” e ha indicato dove si trovava il corpo della figlia, a circa 200 metri dalla loro casa.
Secondo quanto riportato dall’Ansa, il ritrovamento del cadavere sarebbe stato possibile grazie alla “pressione esercitata su di esso durante l’interrogatorio” dagli inquirenti.
Questa è la conclusione di un caso che da ieri pomeriggio preoccupa l’opinione pubblica italiana e che, come tutti dimostrano, è una tragedia.
Come riportato da La Republica la donna ad un certo punto è scoppiata in lacrime e ha cominciato a piangere. Ha quindi condotto la polizia sul campo dove è stato trovato il corpo del ragazzo.
“Non sono me stessa”, ha riferito alla polizia la donna, che non è stata in grado di fornire una descrizione completa del crimine o delle sue motivazioni. I pubblici ministeri chiedono il suo arresto per omicidio premeditato e occultamento del corpo
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