Italia: I segreti del sistema elettorale

Quasi 51 milioni di elettori italiani si recheranno alle urne il 25 settembre per eleggere il nuovo parlamento del Paese.

Per la prima volta nella storia del Paese possono votare anche i maggiori di 18 anni. Finora era consentito solo ai maggiori di 25 anni.

I seggi sono stati significativamente ridotti rispetto a quelli “suddivisi” nel 2018, con le riforme varate un anno dopo. Così, nel nuovo Parlamento ora saranno 400 contro i 630 del parlamento uscente, mentre al Senato saranno 200 anziché 315.

Ciò premesso e poiché le percentuali nazionali – e quindi i proporzionati seggi che riceveranno – dei due principali oppositori, vale a dire il partito di Meloni e i Democratici di Enrico Leta, non vanno lontano, l’attenzione va naturalmente ai grandi “serbatoi” di uninominali collegi elettorali, dove basta la maggioranza semplice, anche di un solo voto, per vincere.

I seggi non sono distribuiti equamente, ma su base mista, il che conferisce alla coalizione più forte un bonus significativo.

Il 61% (244 alla Camera e 122 al Senato) dei seggi è distribuito con un sistema proporzionale semplice, con l’unica condizione che il partito abbia superato la soglia del 3%. Il restante 37% (rispettivamente 148 e 74 seggi) riguarda le circoscrizioni monosede e il 2% (8 e 4) è determinato dai voti degli italiani residenti all’estero.

L’alleanza Meloni-Salvini-Berlusconi, che in totale secondo quanto riferito raccoglie quasi il 45% nei sondaggi, ha un grande vantaggio sui Democratici, che con i loro alleati difficilmente supererebbero il 30%. Di conseguenza – a meno che il Movimento 5 Stelle non decida di sostenere in massa il candidato democratico, cosa improbabile – lo scenario più probabile è che vinca l’estrema destra.

Cesarino Endrizzi

"Scrittore. Ninja della musica. Esperto di cibo estremo. Specialista dei social media. Sostenitore di Twitter."

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *