Il messaggio che ha inviato sui tassi di interesse e la politica fiscale


Primo ingresso: sabato 15 ottobre 2022, 08:29

Il Fondo monetario internazionale ha inviato un chiaro segnale sulle politiche monetarie e fiscali da attuare in Europa e nel mondo in mezzo al continuo deterioramento delle prospettive macroeconomiche all’incontro annuale di questa settimana a Washington.

Si prevede che l’inflazione elevata e l’aumento dei tassi di interesse ristagneranno nell’Eurozona nel 2024, con il suo PIL previsto in crescita solo dello 0,5% dal 3,1% di quest’anno, mentre le principali economie come Germania e Italia sono destinate ad entrare in recessione.

I rischi per il FMI sono al ribasso, il che significa che un rallentamento dell’economia europea è più probabile rispetto allo scenario centrale. Il concretizzarsi di questi rischi dipenderà dal corso della crisi energetica e in particolare dagli sviluppi del gas naturale.

Per la Grecia, le previsioni del FMI sono migliori della media dell’eurozona, con una crescita prevista dell’1,8% l’anno prossimo dopo un forte 5,2% quest’anno, mentre l’inflazione dovrebbe scendere al 3,2% a un livello medio del 9,2%.

Il quadro generale dell’economia globale è deprimente, con la crescita del PIL il prossimo anno che rallenta al 2,7% dal 3,2% di quest’anno, il più basso degli ultimi 20 anni, escludendo il periodo iniziale della pandemia e la crisi finanziaria del 2008/2009. Si prevede che l’economia statunitense crescerà solo dell’1% e quella cinese del 4,4%, livelli significativamente inferiori alla media degli ultimi decenni. Secondo il FMI, un terzo dell’economia globale sarà in recessione entro il 2023.

Sullo sfondo dell’inflazione elevata, dell’aumento dei tassi di interesse e dell’elevata incertezza, il FMI sta inviando un chiaro segnale alle politiche monetarie e fiscali che devono unirsi per contrastare l’inflazione.

Per le banche centrali, il messaggio è che devono continuare ad aumentare i tassi di interesse, anche se c’è il rischio di una riduzione dell’attività economica maggiore del necessario. Secondo il Fmi, la priorità è garantire lo sradicamento dell’inflazione, perché i colpi di maggiore durata saranno maggiori per lo sviluppo e i redditi dei cittadini.

In particolare per la BCE, il capo della direzione Europa del FMI, Alfred Kammer, ha affermato che è possibile continuare ad aumentare i tassi di interesse nel 2024, a meno che il deterioramento dell’attività economica non limiti in modo significativo le prospettive di inflazione nel medio termine, ovvero entro 1 anno. -2 anni.

Per quanto riguarda la politica fiscale, Kammer ha affermato che dovrebbe essere chiusa anche nel 2024 in quanto dovrebbe allinearsi alla politica monetaria nella lotta all’inflazione e, allo stesso tempo, ricostruire lo spazio fiscale che è stato ridotto a causa delle ampie misure di sostegno alla pandemia.

Il FMI ha affermato che le misure per sostenere i prezzi elevati dell’energia e l’inflazione dovrebbero essere rivolte alle famiglie a basso e medio reddito ed essere mirate e temporanee, in modo da poter gestire i loro costi fiscali e incoraggiare le riduzioni dei consumi.

Maura Pirlo

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