Il governo italiano prepara nuove misure contro l’immigrazione clandestina • notizie • onvista

ROMA (Reuters) – Dopo l’ultima ondata di migranti verso Lampedusa, il governo italiano continua ad attuare nuove misure contro l’immigrazione clandestina.

Lunedì, durante una riunione di gabinetto, i funzionari governativi concorderanno di estendere la detenzione massima a 18 mesi in attesa della deportazione. Fino ad ora, i richiedenti asilo respinti potevano essere detenuti solo per un massimo di tre mesi se non potevano essere immediatamente espulsi. Sulla base delle informazioni, il governo italiano vuole garantire che un numero maggiore di richiedenti asilo respinti possa essere rimpatriato nei loro paesi di origine. Per raggiungere questo obiettivo, ci sono anche piani per istituire più prigioni di deportazione in aree remote.

Il governo di destra italiano guidato dal primo ministro Giorgia Meloni è sotto pressione in patria perché, nonostante abbia annunciato una dura politica contro l’immigrazione clandestina, il numero di persone provenienti dal Nord Africa continua ad aumentare. Secondo il Ministero dell’Interno di Roma, quest’anno sono entrati illegalmente a Roma circa 126.000 migranti, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo del 2022. Solo la scorsa settimana, quasi 10.000 migranti sono arrivati ​​a Lampedusa, nell’Italia meridionale. Domenica, durante una visita a Lampedusa con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la Meloni ha chiesto un’azione congiunta dei 27 paesi dell’UE e un accordo sulla migrazione con i paesi del Nord Africa.

All’interno del governo italiano, si presume che la maggior parte dei migranti siano rifugiati economici che non hanno alcuna prospettiva di successo nelle loro richieste di asilo. Ma il governo di Roma ha accordi di rimpatrio solo con pochi Paesi di origine. Anche se ciò accadesse, la deportazione potrebbe richiedere mesi. Da uno studio condotto di recente dal think tank OpenPolis è emerso che tra il 2014 e il 2020 solo il 5% dei candidati respinti ha effettivamente lasciato l’Italia. Si sono verificati anche ripetuti casi di deportati in fuga dal carcere e diretti a nord. In Germania – anche a seguito degli avvenimenti di Lampedusa – si è riacceso il dibattito sulla politica migratoria.

(Segnalazione di Angelo Amante, scrittura di Elke Ahlswede, revisione di Hans Busemann; Se avete domande, contattate il nostro team editoriale all’indirizzo berlin.newsroom@thomsonreuters.com (per politica ed economia) o frankfurt.newsroom@thomsonreuters.com (per aziende e mercati).)

Calvina Fontana

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