La missione dell’organizzazione non governativa che ha portato in soccorso la nave con centinaia di migranti e rifugiati nel Mediterraneo ha messo in difficoltà il nuovo presidente del Consiglio italiano. Tra gli alleati di estrema destra dell’Italia e Silvio Berlusconi, i tentativi di Giorgia Meloni di trasferirsi in Europa hanno trovato il mirino degli immigrati.
L’apparente contraddizione dell’asse di Meloni verso l’Europa per sopravvivere all’alleanza elettorale che ha stretto con i partiti di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi potrebbe naturalmente emergere in seguito. L’immigrazione e la gestione dei rifugiati è un’occasione per dimostrare il delicato equilibrio all’interno del governo italiano.
Per quanto Meloni cerchi di sfuggire al passato fascista del suo partito incontrando i maggiori paesi europei, l’arrivo di barche di migranti e profughi non gli permette di proseguire su quella strada. Del resto Meloni si è opposto con insistenza – secondo lui – al trattamento favorevole degli immigrati in Italia e in Europa nella sua carriera politica, almeno fino a quando non è diventato presidente del Consiglio.
Ma anche se vuole liberarsi dalle sue stesse catene, l’alleanza politica che ha stretto con l’estrema destra resterà ferma se l’Italia accetterà un carico di migranti e rifugiati nel Paese. Non si può pensare che Salvini o qualsiasi altro funzionario del suo governo accetterebbe l’accettazione di una nave organizzata da un’organizzazione non governativa. Anche l’offerta di dimettersi e di prestare assistenza a chi ha problemi di salute, minori e donne è una concessione di Meloni.
L’offerta della Francia di offrire rifugio alle navi con immigrati e rifugiati è stata “manna dal cielo” per Roma, ha mostrato l’annuncio di ringraziamento. Tuttavia, questo incidente non è stato privo di conseguenze per il governo italiano. Parigi, ma anche Bruxelles, sono state convinte dal ragionamento del governo italiano. Per Macron, ovviamente, non è facile affrontare i problemi indicati dalla direzione della nave verso Tolone, non Parigi.
Il problema, però, è che i limiti che il governo Meloni deve affrontare non sono passati inosservati in Europa. Le aspre critiche del ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin a quello che ha descritto come un comportamento italiano inaccettabile erano indicative del futuro e della pressione che Roma avrebbe dovuto sopportare.
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