L’identità europea non consiste solo in denaro condiviso e confini condivisi: significa che persone di lingue diverse si conoscono e si capiscono.
È con questa prospettiva che i giornalisti di Euronews hanno iniziato il loro lavoro 30 anni fa.
Allora le lingue erano cinque, con un obiettivo comune: dare voce all’Europa in un mondo sempre più interconnesso.
“A quel tempo, le notizie internazionali erano dominate dalla CNN”
Beatriz Beiras, giornalista di Euronews e capo della squadra spagnola, ricorda il 1993: “Allora, con la CNN, le notizie internazionali erano completamente dominate dagli Stati Uniti. Eurovision ha lanciato il canale europeo con due obiettivi. Primo, rompere questo monopolio, e secondo, per aiutare le persone in Europa a conoscersi meglio”.
Oggi Euronews raggiunge 400 milioni di persone in 160 paesi.
Isabelle Martin – che tutti chiamano Zabou – è responsabile delle trasmissioni oggi come allora. Il direttore tecnico ha spiegato come è iniziato tutto per lui: “Ci hanno detto: ‘Avete due mesi per mettere in piedi un’emittente televisiva’. Fino all’ultimo c’erano cavi e buchi nel pavimento ovunque. Non è stato fatto niente. Le persone dell’ufficio tecnico sono tutte giovani. Non dormiamo, lavoriamo dodici ore al giorno. Gestiamo tutto”.
Anche i giornalisti hanno dovuto affrontare grandi sfide in quel momento.
Ma la giornalista di Euronews Aurora Velez ama ricordare: “Eravamo orgogliosi perché ci sentivamo come se stessimo costruendo qualcosa: un nuovo mezzo in Europa. È stato bello vedere le persone in redazione parlare inglese, spagnolo, francese, italiano e sentire parlare tedesco. “
“Prova vivente dell’integrazione europea”
Anche Christian Boudarel era lì 30 anni fa: “È stata una vera testimonianza dell’integrazione europea. E questo è stato molto importante per me”.
All’inizio la tecnologia era molto diversa, ma una cosa è rimasta costante…
Beatriz Beiras ha dichiarato: “Dobbiamo essere in grado di trasmettere ciò che conta. Con onestà, professionalità e indipendenza. Questo non cambia”.
Questo motto è ora rappresentato da circa 400 giornalisti provenienti da più di 30 diversi paesi europei.
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