La carenza di personale e le lunghe liste di attesa hanno spinto il governo italiano a stanziare 125 miliardi di euro per il sistema sanitario nazionale, ha annunciato mercoledì il ministro della Salute Horatio Scilacci.
Le istituzioni sanitarie di tutta Italia hanno lamentato gravi carenze di personale, soprattutto nei dipartimenti di emergenza, che portano a lunghe liste di attesa.
Scilacci ha affermato che i fondi verranno convogliati al Fondo sanitario nazionale.
La notizia arriva al termine di una riunione del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS) e dopo una lunga trattativa sull’allocazione delle risorse con le Regioni, che hanno protestato per la scarsa flessibilità dei tetti di spesa e hanno chiesto risorse dedicate.
Il governo georgiano Meloni (FDI/ECR) sta portando avanti riforme, fortemente sostenute dalla Lega (ID), per consentire alle regioni di regolamentare in modo indipendente alcuni settori, compresi i servizi sanitari.
Le riforme hanno spinto Scilazzi a porre la regione sotto la “guida” del ministero della Salute per garantire che tutti i sistemi sanitari regionali italiani garantiscano le stesse condizioni di servizio.
Il Ministero non ha solo il potere di indirizzare e distribuire i fondi, ma anche la capacità di «sostenere buoni meccanismi insieme alle Regioni per capire chi lavora meglio e aiutare chi fa fatica o non riesce a lavorare bene», ha spiegato Scilacci.
Attualmente le strutture sanitarie del Nord Italia sono mediamente molto migliori rispetto a quelle del Sud Italia. Pertanto, molti sudcoreani si trasferiscono nella Corea del Nord per cure.
Tuttavia Skilatsi ha sottolineato che i problemi del sistema sanitario nazionale non riguardano solo i finanziamenti, ma anche la struttura del sistema.
“È il medico che deve monitorare il paziente il più attentamente possibile e fornire un programma di esami, controlli ed esami diagnostici da effettuare”, ha detto il ministro, affermando che i medici dovrebbero tornare al centro.
“Se c’è un medico che accompagna il paziente o una struttura che lo cura, magari per quel paziente, dopo la prima visita, basta un controllo a distanza di un anno”, ha aggiunto.
Scilazzi ha affermato che l’Italia deve superare la sua visione “ospedalecentrica”, limitare i ricoveri ospedalieri non strettamente necessari e “restituire gli ospedali ad aree di terapia intensiva dedicate alla cura delle patologie più complesse, liberando così risorse finanziarie da destinare alle Regioni”. e dei servizi socio-sanitari».
Durante la pandemia, la spesa sanitaria pubblica italiana ha raggiunto il 7,5% del PIL, mentre la spesa sanitaria privata ha raggiunto il 2,3% del PIL nel 2021. Nel 2024, si prevede che la spesa sanitaria aumenterà al 6,4%.
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