Curcuma: l’Italia “taglia” le indicazioni sulla salute per i casi di epatite

La curcumina, che è il principio attivo della curcuma, è stata recentemente oggetto di notevole preoccupazione per il servizio di sicurezza alimentare in Francia e in Italia per quanto riguarda la possibile causa dell’epatite da sovradosaggio.

La curcuma, in genere, è una pianta originaria dell’Asia occidentale e fin dall’antichità è stata ampiamente utilizzata in cucina, per le sue proprietà terapeutiche. È un potente antinfiammatorio, antiossidante, aiuta a prevenire alcuni tipi di cancro e cura i disturbi digestivi. Per tutti i motivi di cui sopra, la curcumina viene utilizzata anche in una varietà di alimenti confezionati, nome in codice E100, ma anche in una varietà di integratori alimentari.

Ci sono stati 20 casi di epatite in Italia e 15 in Francia, il che ha destato grande preoccupazione, poiché una causa comune dei 35 pazienti di epatite era l’assunzione di integratori alimentari contenenti curcumina o curcuma. Di conseguenza, è iniziato un acceso dibattito sul fatto che la curcuma possa avere effetti tossici sul corpo umano.

La curcuma, essendo un ingrediente naturale al 100%, è clinicamente dimostrato che non ha effetti negativi sull’uomo. Tuttavia, la curcumina contenuta in vari integratori alimentari viene spesso modificata, in modo da aumentarne la biodisponibilità e potenziarne gli effetti, per questo motivo viene spesso abbinata ad altri ingredienti come la piperina. Alte dosi di curcumina in queste condizioni tendono ad avere un effetto epatotossico.

Secondo una nuova valutazione del Ministero della Salute italiano, gli integratori alimentari contenenti curcumina devono successivamente riportare le seguenti etichette di avvertenza, come presentate da foodnavigator.com:

“AVVERTENZA IMPORTANTE. In caso di anomalie del fegato, della cistifellea o di calcoli nelle vie biliari, si sconsiglia l’uso del prodotto. Non utilizzare durante la gravidanza e l’allattamento. Non utilizzarlo per lungo tempo senza consultare il medico. Se stai assumendo farmaci, è consigliabile ascoltare il parere del medico”.

L’azienda ha tempo fino alla fine di quest’anno per aggiungere il testo sopra al proprio prodotto. Inoltre, è vietato menzionare la curcuma visti i suoi effetti benefici sul fegato, sull’apparato digerente e sulle articolazioni, come elencato nell’elenco dei benefici degli ingredienti vegetali.

Luca Bucchini, amministratore delegato di Hylobates Consulting, ha dichiarato a Nutralngredients che queste misure adottate dall’Italia sulla sicurezza alimentare potrebbero essere adottate da altri paesi dell’UE, mentre la preoccupazione principale è che marchi diversi tengano conto del loro dosaggio e composizione.

Come misura di sicurezza per il superamento della dose di curcumina, l’EFSA stabilisce che, sebbene l’assunzione giornaliera accettabile per un adulto di 60 kg sia di 180 mg, per evitare il superamento del limite, gli integratori dovrebbero contenere fino a 153 mg.

Il problema, tuttavia, come sottolineato dall’Agenzia francese per la salute e sicurezza per gli alimenti, l’ambiente e il lavoro (ANSES), rimane, perché alcune aziende potrebbero rispettare nuove dosi di curcumina sulle loro confezioni, ma l’uso di booster di biodisponibilità ne aumenta il tasso di accettazione nel corpo di nuovo portando a un sovradosaggio della sostanza. .

Ludovico Schiavone

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