L’era Mussolini sembra aver ispirato il primo ministro italiano di destra Giorgia Meloni, almeno per quanto riguarda il sistema educativo del paese, poiché le nuove misure per affrontare la violenza nelle scuole e gli attacchi agli insegnanti sono decisamente dittatoriali.
Nello specifico, come riportato dal quotidiano tedesco Bild, il Primo Ministro italiano ha reintrodotto nelle scuole il livello di comportamento (“Voto di condotta”), che comprende alcune regole “obsolete” – rispetto alla normativa attuale. Di solito, gli studenti che fanno rumore in classe non vengono promossi alla classe successiva, non importa quanto siano buoni i loro voti. Questa è solo una delle tante azioni correlate che studenti e insegnanti in Italia dovranno affrontare.
I voti comportamentali furono introdotti nel 1924 nelle scuole italiane sotto il governo fascista di Benito Mussolini e rimasero in vigore fino agli anni ’70.
Sotto il “regime Meloni” le valutazioni comportamentali riguarderebbero gli studenti delle scuole medie e superiori, che verrebbero valutati in base al loro comportamento durante la scuola. Il punteggio sarà da 1 a 10.
Qualsiasi studente che ottiene un punteggio inferiore alla media nel comportamento rimarrà nella stessa classe. Anche se è bravo negli studi. Chi invece prenderà sei punti sarà costretto a scrivere una tesina dal titolo: “Cittadinanza e solidarietà” per essere promosso.
La reintroduzione delle misure disciplinari fa parte delle riforme dell’istruzione approvate la settimana scorsa dalla coalizione di governo della Meloni.
Multe per gli studenti che commettono violenza
Allo stesso tempo verranno inasprite anche le misure disciplinari attuate nelle scuole.
In genere, gli studenti sospesi per un lungo periodo di tempo dovranno affrontare punizioni come il servizio alla comunità.
I bambini e gli adolescenti che commettono violenza contro i loro insegnanti in futuro dovranno pagare multe fino a 10.000 euro, come ha affermato il ministro italiano dell’Istruzione, 63 anni, Giuseppe Valditara.
“La riforma dell’istruzione prenderà in considerazione il comportamento degli studenti nel valutare il loro rendimento scolastico complessivo. Inoltre, la riforma ripristinerà “l’autorità degli insegnanti”. Lo stesso Meloni ha promesso che le nuove norme restituiranno “rispetto” alle scuole italiane.
Uno dei motivi per cui sono state adottate queste misure è che, in Italia, gli attacchi contro gli insegnanti sono recentemente aumentati di oltre il 110% rispetto al 2023.
L’Associazione Italiana dei Dirigenti Scolastici sostiene la nuova legge, in contrasto con l’opposizione del Paese, che è stata molto critica nei confronti della riforma dell’istruzione, sostenendo che la legge è obsoleta e dura.
La coalizione di governo di destra guidata dalla Meloni sta seguendo un percorso autoritario nella politica educativa, scrive il quotidiano tedesco, ricordando che, a luglio, aveva fatto notizia la decisione del Ministero dell’Istruzione italiano di vietare gli smartphone nelle scuole.
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