ioTra dieci mesi verrà eletto un nuovo parlamento in Italia. Il primo ministro apartitico Mario Draghi, che guida un’ampia coalizione di populisti di sinistra, socialdemocratici e nazionalisti di destra, non è disponibile per un altro mandato. La leader dell’opposizione Giorgia Meloni del partito post-fascista “The Italian Brothers” sostiene di essere il suo successore e, secondo recenti sondaggi d’opinione, spera di guidare il prossimo governo di Roma.
Come Marine Le Pen in Francia, ha corteggiato gli elettori con un populismo di destra “moderato” di recente. Non chiede Italexit, ma vuole rivolgersi all’Ue con una confederazione di “Nazioni europee”. Come Viktor Orbán in Ungheria, Meloni ha sostenuto una politica nazionale intransigente contro l’immigrazione illegale, ma ha sostenuto la vendita di armi all’Ucraina.
Il modello di nazionalismo italiano di Meloni riesce senza antiamericanismo e senza seguire la Russia o la Cina. Molti elettori italiani potrebbero trovare interessante questa offerta proprio perché non traccia una netta linea di demarcazione tra l’estrema destra e il centro politico. L’Italia affronta mesi difficili: inflazione alta, recessione incombente. In una crisi, l’orologio dell’opposizione di solito suona. Il principale potere d’Italia sono i “Fratelli Italiani”.
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