La legge sull’incremento del decentramento regionale è stata approvata questa mattina dal Parlamento romano
Si tratta di una misura ideata e promossa dalla Lega di Matteo Salvini, che i commentatori hanno definito un “sistema federale à la carte”.
In particolare, venti regioni del Paese potranno gestire in autonomia alcuni settori molto importanti per la società nel suo complesso, come la sanità, l’istruzione, l’energia, la cultura, ecc. Ciò significa che la maggior parte delle tasse sono pagate dal governo. cittadini, i fondi andranno alle casse regionali e non al Ministero delle Finanze della capitale italiana. La politica estera, la difesa e la gestione della politica economica restavano di esclusiva competenza del governo romano.
Tuttavia, la nuova legge prevede che l’autonomia potrà essere realizzata solo dopo la definizione e il rispetto delle “norme fondamentali per la fornitura di servizi ai cittadini”, che dovranno essere attuate in tutto il Paese.
Per determinare il livello base ed uniforme dei servizi forniti ai cittadini dovranno trascorrere almeno due anni. Pertanto, è chiaro che queste riforme non verranno attuate nel prossimo futuro. Allo stesso tempo, il governo può sostituire le regioni nell’attuazione di varie politiche se riscontra una mancanza di rispetto del diritto europeo o degli accordi internazionali.
La segretaria del Partito democratico di centrosinistra, Ellie Sline, ha sottolineato che “si tratta di un atto che divide il Paese” e “crea disuguaglianza, formalizzando l’esistenza di cittadini di prima e di seconda classe”. Infine, molti analisti sottolineano che con la nuova legge le regioni più ricche del Nord Italia potrebbero prendere il sopravvento, a scapito delle regioni del Basso Italia, afflitte da disoccupazione cronica e confrontate a gravi carenze in termini di istruzione e sanità.
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