BERLINO. L’organizzazione di salvataggio in mare “Sea-Eye” ha criticato la detenzione di una delle sue navi in un porto italiano. “Non smetteremo di salvare vite umane e, come nei precedenti arresti, ci difenderemo legalmente dal blocco”, ha sottolineato lunedì l’autoproclamato soccorritore marittimo tramite X.
🚨Quello #SEAEYE4 detenuta per 60 giorni: la detenzione amministrativa più lunga mai imposta ad una nave di salvataggio in mare ai sensi del Decreto Piantedosi. Una manovra politicamente motivata con un obiettivo: impedirci di salvare persone dall’annegamento per 2 mesi! pic.twitter.com/4R0aN0fFJR
—Occhio del mare (@seaeyeorg) 11 marzo 2024
Il divieto di 60 giorni imposto è uno dei più lunghi che il governo italiano abbia mai imposto ai cosiddetti soccorritori in mare. “Una manovra politicamente motivata con un obiettivo: impedirci di salvare persone dall’annegamento per due mesi”, ha sottolineato Sea-Eye.
“Sea-Eye” non riconosce la guardia costiera libica
La lettera di decisione è stata emessa nel gennaio 2023 del ministro dell’Interno italiano Matteo Piantedosi (indipendente) ha consentito alle autorità di trattenere in porto le navi appartenenti a sedicenti soccorritori in mare per un massimo di due mesi e di imporre multe per diverse migliaia di euro all’equipaggio.
In particolare, le autorità italiane hanno sostenuto che i cosiddetti soccorritori marittimi nel Mediterraneo non dovrebbero portare i migranti arrabbiati in Italia, ma in Libia – una mossa recentemente respinta da “Sea-Eye”. La guardia costiera libica è semplicemente una milizia armata che punta le armi anche contro le navi. Ora si blocca una nave da trasporto battente bandiera tedesca, in un porto nella regione meridionale italiana della Calabria. (avanti)
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