Il regolatore italiano ha pubblicato le condizioni che OpenAI deve soddisfare se vuole che il divieto venga revocato entro il 30 aprile. Se non si conformano, il divieto continuerà. Questo requisito deriva anche dalle leggi sulla privacy europee comuni, quindi non sarebbe sorprendente se OpenAI arrivasse all’attenzione anche di alcuni altri paesi, ad esempio Francia o Irlanda, e iniziasse ad avere problemi all’estero, ad esempio in Canada. Ad esempio, il garante ha affermato che dal sito Web del chatbot non è chiaro come e perché vengono raccolti i dati degli utenti, quali sono le opzioni per correggere o eliminare i dati degli utenti. Ciò richiede che l’utente abbia la possibilità di fornire il consenso espresso o l’interesse per i dati di input utilizzati per ulteriore formazione (e anche di rifiutare questa opzione). La domanda è come verrà gestita la “non formazione” se l’utente ritira il proprio consenso.
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