L’agrofia italiana vive di migranti, in Polonia, schiavi per cento persone

Decine di migliaia di persone provenienti da Africa, Bulgaria e Romania si recano ogni estate nella penisola appenninica per raccogliere pomodori e meloni sotto il caldo sole italiano. molti di loro erano lavoratori forzati, per di più sottopagati.

Il sindacato degli agricoltori Flai-Cgil ha rilevato che ogni anno 400.000 persone sono esposte al rischio di sfratto, e un quarto di loro è altamente vulnerabile. Erano per lo più stranieri, ma tra loro c’erano anche italiani.

Queste persone sono praticamente schiave, grazie agli intermediari, spiega l’agente dell’AFP Jean-Rene Bilongo, che si occupa di politica dei migranti e questioni di disuguaglianza nella mia organizzazione sindacale.

L’intermediario negozia lo stipendio e fa il suo turno.Ad esempio, un contadino si impegna a pagare cinque euro per una cassetta grande, ma deve solo quegli euro, Bilongo spiega il ruolo dell’intermediario, che in italiano è caporalato o carpa.

Secondo un contratto collettivo negoziato dal sindacato degli agricoltori, i lavoratori nei campi dovevano lavorare 6 ore e 40 minuti al giorno per un minimo di 50 euro (1.293 corone). Lavorano infatti dalle due alle tredici ore e sono pagati in base al peso del raccolto. Durante le festività ricevi 20 e 30 euro per una scatola da 350 chilogrammi, quindi spendi 20 e 30 euro (517 e 776 corone) al giorno.

Condizioni disumane

Il pesce rosso ha portato le pecore alla ruota come meglio poteva. Costa dieci euro per il trasporto in campo e ritorno e dieci euro e mezzo per una bottiglia d’acqua e un panino. ci sono dlk pespv in una capanna in una specie di ghetto rurale, sono spesso vittime di violenze fisiche e sessuali.

Disumano per la loro situazione Bilongo. Dice che queste persone sono quotidianamente alla mercé dei predatori e questa estrema vulnerabilità rende difficile per loro raggiungere e cercare aiuto.

L’eccezione è stata la protesta scomparsa nella città di Foggia, in Puglia. Sono stati causati da un tragico incidente stradale in cui sono morte sedici lavoratrici salariate. Uno o due anni dopo, un certo numero di alberi muore in piena estate a causa del diffuso inquinamento.

Le leggi contro il lavoro forzato sono a disposizione della polizia e dei giudici. Dal 2016, i datori di lavoro hanno dovuto pagare di più per le lavoratrici dipendenti, ad esempio offrendo loro il trasporto gratuito per andare al lavoro. Secondo i sindacati, è difficile far rispettare la nuova legge nella pratica. Incontreremo molta resistenza. al Bilongo.

Agrofia

A loro, secondo i sindacati, la colpa dello sfruttamento delle persone nelle piantagioni e nell’agricoltura italiane, oltre che nelle reti commerciali, hanno una grande responsabilità, perché fanno abbassare i prezzi, ad Angelo Cleopazzo dei Diritti a Sud (Primo nel South), che si tiene nel comune di Nardò per la famosa Sagra del pomodoro Tomatina.

Secondo lui, anche le organizzazioni criminali sono coinvolte nell’estorsione di debiti. La cosiddetta ᠄agromafia si basa sull’intero processo agricolo: dalla produzione al trasporto alla distribuzione. continua a guardare.

Gli esperti stimano, secondo la mafia, che la produzione agricola italiana sia cresciuta del 12,4% lo scorso anno, il che rappresenta circa 24,5 miliardi di euro (633 miliardi di corone).

Tuttavia, nel sud del Paese, stanno emergendo iniziative locali che cercano di cambiare una realtà scomoda. Da quindici anni opera in Calabria l’organizzazione Geol, che riunisce diverse cooperative agricole locali. Aiuta i debitori a ricevere più soldi per il loro lavoro e impara a proteggersi dalla criminalità organizzata.

L’azienda SfruttaZero (Zero vykoizovn) produce la propria salsa rajat senza l’utilizzo di prodotti chimici. Durante la vendemmia impiegano una ventina di lavoratori, pagati a ore con regolare contratto e forniscono loro gratuitamente il trasporto e il cibo.

Mentre in un supermercato un bicchiere di omky costa 90 centesimi di euro, il prodotto costa un quarto. Le aziende di SfruttaZero però fanno il tutto esaurito ogni sera, perché anche in Italia ci sono clienti attratti dai costi etici e ambientali che comporta la produzione del proprio cibo.

Xaviera Spina

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