Il Vaticano ha riaperto le indagini sulla ragazza scomparsa, Foto: Ropi/Zuma Press/Profimedia
Che i film e le serie true crime abbiano raggiunto la loro età dell’oro è chiaro a chiunque segua i contenuti sui servizi di streaming e, nell’ottobre dello scorso anno, la storia della scomparsa di un adolescente italiano ha attirato l’attenzione di tutto il mondo. Emanuele Orlando.
La storia della sua strana scomparsa, un mistero che non è stato risolto nemmeno 40 anni dopo, presente nella serie di documentari Netflix in quattro parti Vatican Girl: The Disappearance of Emanuela Orlando“, ha aperto molte domande, e sembra che il pubblico sia molto interessato spingendo le autorità vaticane a riaprire le indagini e cercare di scoprire cosa è successo al quindicenne Emmanuel che viveva con la sua famiglia in questa zona del paese da quando suo padre lavorava lì.
Ricordiamo che Emanuela è scomparsa il 22 giugno 1983. Quel pomeriggio d’estate frequentava la scuola di musica e non è più tornata. La sua famiglia ne ha denunciato la scomparsa lo stesso giorno, ma è stato ufficialmente dichiarato disperso il giorno successivo. Ben presto i quotidiani locali Il Tempo, Paese Sera e Il Messaggero pubblicarono la notizia della sua scomparsa insieme al numero di telefono della famiglia Orlandi, dopodiché iniziarono a ricevere telefonate, alcune delle quali piuttosto insolite.
Papa Giovanni Paolo II ha anche annunciato la scomparsa di Emanuel. che per primo ha ipotizzato che si trattasse di un funzionario del rapimento rivolgendosi al suo presunto rapitore, il che ha poi alimentato anche teorie del complotto e domande su come il papa sapesse che si trattava di un rapimento e se sapesse più di quanto lasciava intendere.
Dal momento che Emanuela non è mai stata trovata, e non c’era alcuna spiegazione per quello che le è successo, è comprensibile che in quattro decenni molte teorie siano abbondate. Da quelli sulla criminalità organizzata e gli agenti bulgari a quelli che contattano direttamente il Vaticano.
Nel giugno 2012, dopo che l’esumazione della tomba di De Pedis ha portato nuovamente l’attenzione del pubblico italiano sul caso, l’esorcista Gabriel Amort, 85 anni, si è fatto avanti. sostiene che Emanuele è stato rapito da membri della polizia vaticana per usarlo in orge e poi ucciso. Amort ha affermato che erano coinvolti funzionari dell’ambasciata straniera, ma non ha rivelato quale.
“Fu organizzata una festa del genere, e fu la polizia vaticana a reclutare le ragazze. Esiste una rete in cui è coinvolto il personale delle ambasciate straniere. Credo che Emanuela alla fine sia caduta vittima del circolo”.disse Amort a La Stampa.
Gran parte dell’attenzione nella serie che esplora queste teorie è stata attratta dalla testimonianza dell’amico di Emanuele che lo ha detto poche settimane prima della sua scomparsa. Emanuela ha confessato di essere stata “molestata” da un cardinale del Vaticano. Ha sottolineato che si trattava di “comportamento sessuale inappropriato”.
«L’unica cosa di cui sono sicuro è che il Vaticano sa la verità», ha concluso il fratello di Emanuele, Pietro Orlandi, che non ha mai smesso di cercare la sorella.
A proposito, uno dei commenti più strani e difficili pervenuti dal Vaticano è stato quello fatto da Papa Francesco alla sua famiglia nel 2013, quando era a capo della Chiesa cattolica.
“Emmanuela è in paradiso”, ha detto, e Pietro ha commentato che “le ha congelato il sangue”.
“Mi si è gelato il sangue quando ho sentito che il Papa aveva detto che Emmanuel era morto. Non sappiamo se sia vivo o morto perché non ci sono prove. Ma quando il capo villaggio dice che Emanuela è morta vuol dire che ne sa più di noi». disse poi.
Il Guardian britannico ha ora pubblicato la notizia che il Vaticano ha riaperto un’inchiesta sulla scomparsa del povero Emanuele. Il caso è stato aperto dal procuratore dello Stato vaticano Alessandro Didi dopo diverse richieste di Pietro Orlandi, e la famiglia, hanno detto, ne è venuta a conoscenza dai media.
“Abbiamo saputo dell’indagine dai media. Abbiamo scritto al Papa un anno fa con l’intenzione di parlare con Didi. Certo, siamo lieti che abbiano aperto un’inchiesta e speriamo che questo porti a risposte concrete”. ha detto Laura Sagro, avvocato che rappresenta la famiglia Orlandoi.
Didi ha confermato la riapertura delle indagini all’agenzia di stampa italiana LaPresse e ha affermato che “tutti i documenti, i rapporti, le informazioni e le testimonianze” relativi al caso saranno ricontrollati per chiarire le domande che non hanno avuto risposta e che “nessuna pietra è stata lasciato in sospeso”.
Secondo il Guardian, le indagini si concentreranno sul caso di Mirela Gregori, scomparsa anche lei a Roma all’età di 15 anni poche settimane prima di Emanuele, e da tempo si ritiene che i due casi siano collegati.
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