Qatargate: i percorsi sotterranei portano anche ad altre istituzioni europee

Tuttavia, in questa fase l’obiettivo principale delle autorità belghe rimane il caso del Parlamento europeo

Nel momento in cui le istituzioni europee a Bruxelles annunciavano di lavorare a meccanismi migliori per prevenire nuovi casi di corruzione, i tentacoli del famigerato Porta del Qatar razza.

E questo perché è possibile e altre “istituzioni europee” al di fuori del Parlamento europeo ad accettare interventi dal Marocco e dal Qatar. Qla copertura di rete in posizioni chiave non può essere limitata a Pancheri e Giorgi. Si prevede addirittura che a gennaio ci saranno importanti sviluppi giudiziari.

A sostegno di quanto sopra, osservato Il Corriere della Sera Italia riferisce che i documenti dell’inchiesta Qatargate mostrano continuità nel lavoro degli inquirenti che sbroglia il groviglio di casi marci.

È emerso un nuovo percorso basato su un mandato d’arresto. Il giudice belga Michel Claise ha spiegato che l’inchiesta, avviata dall’agente segreto belga Vsse e da “altri servizi di sicurezza europei”, riguarda “atti di ingerenza nelle istituzioni Ue” da parte di Marocco e Qatar “attraverso la corruzione di persone che agiscono ai vertici il mondo istituzionale.” Europa”.

Tuttavia, in questa fase l’obiettivo principale delle autorità belghe rimane il caso del Parlamento europeo in cui le “politiche dei ‘socialisti e democratici'” (S&D) sarebbero state influenzate per conto del Marocco e/o del Qatar da un gruppo di tre italiani: Pier Antonio Pantzeri, Andrea Coccolino e Francesco Giorgi.

Meloni contro i socialdemocratici

Per quanto riguarda la responsabilità dei socialdemocratici, abbiamo ricevuto commenti anche dal Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni. Per il presidente del Consiglio italiano, l’inchiesta di Bruxelles su presunte reti di corruzione del Qatar e del Marocco non dovrebbe essere definita un “lavoro italiano” perché è un “affare di partito”.

Per la Meloni la storia in realtà non riguarda solo gli italiani, ma anche “belgi, greci e profughi di altri paesi”. Perché sarebbe – ha proseguito – “una questione di partito”, anzi “lavoro socialista». “Se si tratta di essere conservatori, lo sarà lavoro conservativo . Riguarda le famiglie politiche ma non l’Italia”.

Gli sviluppi di gennaio

L’avvocato di Bruxelles, Nikos Korogiannakis, ha parlato con ERT di QatarGate e degli sviluppi attesi riguardo a Eva Kaili.

Ha spiegato che la detenzione temporanea in Belgio era valida per un mese. Ciò significa che dovrebbe esserci una nuova riunione del Consiglio giudiziario il 22 gennaio. Tuttavia, poiché il 22 gennaio è una domenica, 2-3 giorni prima di tale data verrà effettuato un riesame della domanda, che verrà effettuato d’ufficio. “Non è necessario richiederlo Eva Kaili e il restoha chiarito.

Le indagini procedono regolarmente. La madre di Kaili è stata esaminata per la seconda volta. Ci saranno nuove procedure investigative. Intanto gli inquirenti attendono l’estradizione dei due arrestati in Italia. I più apprezzati è richiesta la revoca dell’immunità parlamentare in carica. Sul giornale circolano tre nomi. Il Parlamento europeo deve svolgere le sue procedure interne a gennaio. Coloro che hanno ricevuto la revoca dell’immunità probabilmente completeranno il processo durante la sessione plenaria del Parlamento europeo a gennaio. Così ci saranno sviluppi giudiziari a gennaio, che saranno importanti“, scrivere.

Per quanto riguarda le fughe di notizie sul caso, il sig. Korogiannakis ha confermato: “Finora i pubblici ministeri federali hanno aperto un’indagine sulle fughe di notizie. La mia sensazione è quella alcune delle fughe di notizie provengono dall’Italia, dove ci sono diversi imputati e avvocati. Non dimentichiamo che dal terzo giorno di custodia cautelare è stato possibile accedere ai fascicoli da parte degli avvocati di tutti i soggetti coinvolti e le foto che sono state rivelate si sono rivelate parte dei fascicoli trapelati.»,.

È ricordato pochi giorni fa, anche il ministro della Giustizia del Belgio ha avvertito della fuga di notizie sottolineando che questo “mette in pericolo il caso”.

Maura Pirlo

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