Sono passati 16 anni da quando l’Italia è salita sul tetto del mondo e sei dei fuoriclasse della squadra si sono incontrati in Serie B.
9 luglio 2006. La madre della “battaglia” tra le stelle italiane e francesi, che ha acceso nel modo più intenso il campo tedesco. Sullo sfondo il trofeo tutto d’oro della Coppa del Mondo in attesa del suo nuovo proprietario dopo Brasile 2002.
La finale che il pianeta calcio ricorda più per l’epilogo di Zinedine Zidane a Materazzi che per il ricco spettacolo a cui entrambe le squadre hanno regalato fino all’ultimo rigore. Il punteggio finale è stato di 1-1 e nella “Roulette Russa” gli “Azzuri” hanno vinto 5-3, raggiungendo il tetto del mondo.
Con Gilardino diventato capo allenatore del Genoa, ora ci sono 6 giocatori della squadra italiana della Coppa del Mondo 2006 in Serie B 🇮🇹 pic.twitter.com/F1elkWJq8I
— Italian Football TV (@IFTVofficial) 7 dicembre 2022
Dopo 16 anni, l’immagine del Mondiale allo stadio del Qatar provoca… malinconia nel calcio italiano, perché la nazionale del Paese non è nella fase finale. Ma la Serie B mette in risalto la genialità di questi calciatori, dato che il campionato avrà sei volti protagonisti quell’anno.
Gazzetta ti porta cinque allenatori e un calciatore che sono in serie B e sgombrano i campi d’Italia e le divisioni nazionali dei due paesi.
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Fabio Cannavaro (Benevento)
L’unico difensore del 21° secolo a vincere il Pallone d’Oro. Fabio Cannavaro è il grande capitano italiano che ha portato sul tetto del mondo nel 2006. Un calciatore dalla ricca carriera che inevitabilmente ha preso il posto di allenatore.
Nel 2012 ha appeso gli scarpini al chiodo e nel 2013 è diventato l’assistente di Olarios in panchina per Al Expert. Dopo i campionati cinese e arabo e la nazionale cinese, il tecnico azzurro ha deciso di allenarsi per la prima volta in Europa e ha indossato la maglia del Benevento lo scorso settembre.
Fabio Grosso (Frosinone)
Chi può dimenticare la sua folle esultanza in semifinale contro la Germania? Il tempo ha continuato a scorrere fino al 119esimo minuto e il punteggio è rimasto sullo 0-0. Poi questo terzino sinistro ha trovato il fondo della rete, mandando tutta l’Italia al… 7° cielo. Del Piero ha completato la vittoria pochi secondi dopo, ma il gol di Grosso è stato storia per i festeggiamenti.
Nel 2012 è stato rilasciato dalla Juventus e ha deciso di mettersi in gioco come allenatore. Così facendo, il “Bianconero” lo ha integrato nel loro piccolo vivaio dove è rimasto fino al 2017. Poi è arrivato il momento del passo successivo, che ha scavalcato le sorti del Bari come primo allenatore, seguito da Hellas Verona, Brescia, Sion e ora Frosinon .
Alberto Gilardino (Genova)
Uno dei nomi più forti sulla linea offensiva nel primo decennio del 21° secolo. Alberto Gilardino è costato una quota di trasferimento totale di 70 milioni di euro, giocando per Parma, Milan e Fiorentina. Allo stesso tempo, è stato uno degli eroi non celebrati della Coppa del Mondo 2006 e ha celebrato la corsa della Coppa del Mondo.
Come il resto del roster, anche lui ha concluso la sua carriera nel 2018 e un anno dopo ha lavorato come vice allenatore alla Resato. Da allora ha allenato la Pro Vicelli, il Siena ed è finito al Genoa U19, dove è rimasto fino ad oggi. Il club italiano ha visto il suo lavoro a livello giovanile e gli ha dato l’opportunità di allenare la prima squadra.
Daniele De Rossi (SPL)
Uno dei dirigenti della Roma che ha scritto la storia del calcio italiano. Daniele De Rossi ha giocato con i colori della Roma per ben 17 anni, diventando calciatore del vivaio, e dopo l’addio di Totti, ha assunto definitivamente la fascia di capitano. Uno dei momenti che ancora fa impressione nella sua mente non è altro che la vittoria della Coppa del Mondo 2006.
Nel 2020 decide di chiudere la carriera da calciatore del Boca Juniors, nel giro di pochi mesi entra a far parte dello staff tecnico di Roberto Mancini della Nazionale italiana, vincendo EURO 2020. Dallo scorso ottobre, il tecnico 39enne è entrato a far parte del La SPAL in serie B punta a salire nel grande salone.
Filippo Inzaghi (Regina)
Una delle “leggende” del Milan nel “forno d’oro” dove la squadra ha stravinto tutto in Italia e in Europa. Filippo Inzaghi, come Fabio Grosso, ha iniziato la carriera di allenatore subito dopo il ritiro dal calcio, nel 2012 dalle piccole fila dei “rossoneri”, lasciando i corsi di Parma, Atalanta, Juventus e Milan.
Ha poi compiuto il grande passo come primo allenatore dei rossoneri dove ha preso in mano le redini della squadra per la stagione 2014/15. Da lì ha viaggiato a Venezia, Bologna, Benevento, Brescia e ora Regina.
Gianluigi Buffon (Parma)
Nello stesso momento in cui tutti nella lista hanno terminato la loro carriera, Gianluigi Buffon continua a giocare professionalmente nonostante abbia 44 anni (!). Il portiere della Nazionale è al Parma dall’estate 2021 e non sembra voler sospendere la sua carriera, almeno fino al 2024 quando scadrà il suo contratto.
Con 176 presenze con la nazionale italiana, il 44enne portiere ha avuto una carriera intensa con Juventus, Paris Saint-Germain e Parma, totalizzando 959 presenze in tutte le competizioni, subendo 806 gol e mantenendo la porta inviolata 424.
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