Nuove perdite sui mercati europei – 12% in calo per Deutsche Bank

I principali indici europei hanno chiuso in territorio negativo per il secondo giorno consecutivo, dopo aver cancellato i guadagni dei primi due giorni della settimana poiché i dati economici hanno intensificato i timori per un’imminente recessione.

In particolare, l’indice paneuropeo Stoxx 600 ha chiuso con una perdita dello 0,8% a 402,4 punti, con il settore auto che ha esercitato una forte pressione del -3,6%.

Nei singoli grafici europei, il DAX tedesco è stato il peggiore con una perdita dell’1,8%, riportandosi a 12.912 unità, sotto la forte pressione dei titoli bancari, con Deutsche Bank e Commerzbank che hanno chiuso rispettivamente a -12%.

Le pesanti perdite dei due colossi bancari non sembrano essere legate ad alcuno sviluppo che li riguardi direttamente, ma potrebbero venire dopo l’accumulo di nuvole negative sull’economia europea e i piani di emergenza per la sicurezza del gas attivati ​​dall’economia tedesca di Hubeck.

Altrove in Europa, il CAC 40 francese è sceso dello 0,5% a 5.883 punti, così come il FTSE 100 britannico, che ha perso circa l’1% a 7.020 punti.

Un quadro simile si è verificato anche nell’area europea, dove in Italia il FTSE MIB ha registrato una perdita dello 0,8% e ha chiuso a 21.615 unità, mentre in Spagna l’IBEX 35 è sceso a 8.106 unità con un calo dello 0,5%.

Nei movimenti azionari individuali, Aroundtown è crollato di circa il 6,6% dopo che JPMorgan ha declassato il settore immobiliare lussemburghese a “sottopeso” e tagliato il suo obiettivo di prezzo.

Al contrario, Atos ha superato lo Stoxx 600 con un balzo del 6% a seguito di notizie secondo cui il governo francese avrebbe sostenuto una possibile fusione con Thales.

Come è noto durante la giornata, Ray Dalio di Bridgewater Associates ha quasi raddoppiato le sue scommesse sui titoli europei, con la sua posizione ora a $ 10,5 miliardi.

Sul fronte macroeconomico, la crescita economica dell’eurozona è peggiorata drasticamente, scendendo al minimo da 16 mesi a giugno, secondo i dati PMI preliminari.

Allo stesso tempo, il settore manifatturiero si è ridotto per la prima volta in due anni poiché il rally dell’inflazione ha colpito la domanda mentre le catene di approvvigionamento globali hanno resistito.

Particolarmente negativi sono i dati individuali per le due maggiori economie della zona euro, che mostrano un forte rallentamento dell’attività economica.

In Germania, in particolare, il PMI composito è sceso al minimo su sei mesi di 51,3 da 53,7 di maggio, mentre in Francia l’indice è sceso al minimo su 5 mesi di 52,8 da 57,0 del mese precedente.

Maura Pirlo

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