Italia: richiesta di tasse per 925 milioni di dollari a Meta

società madre di Facebook, Metadi fronte a circa 870 milioni di euro di tasse in Italia dopo che i pubblici ministeri hanno avviato un’indagine sulla società.

L’inchiesta, secondo due fonti citate da Reuters, è stata avviata su richiesta di un giudice di Milano Ufficio del procuratore europeo (EPPO)che ha chiesto alla guardia di finanza Guardian presso Finanza e l’Agenzia delle Entrate per verificare se la registrazione dell’utente è imponibile.

“Siamo fortemente in disaccordo con l’idea che fornire agli utenti l’accesso alle piattaforme online dovrebbe essere soggetto a IVA”, ha detto un portavoce di Meta in una dichiarazione inviata via e-mail a Reuters.

Il portavoce ha aggiunto che la società prende sul serio i propri obblighi fiscali, paga tutte le tasse richieste nei paesi in cui opera e collaborerà pienamente con le autorità.

L’EPPO, che ha sede in Lussemburgo, ha affermato di non aver commentato le indagini in corso né confermato pubblicamente su quali casi si stesse lavorando.

La notizia della verifica amministrativa tributaria su Meta è stata pubblicata per la prima volta oggi mercoledì da un quotidiano italiano Il Fatto Quotidiano.

Entrambe le fonti hanno affermato che i ricercatori ritengono che un abbonamento gratuito alla piattaforma Meta venga fornito in cambio dell’accesso ai dati degli utenti e dovrebbe essere classificato come scambio di serviziquindi soggetto ad IVA imposta sulle vendite.

L’accesso ai dati è una transazione imponibile?

La Guardia di Finanza e le Agenzie delle Entrate italiane calcolano il modello in cui Meta dovrebbe pagare ca. 220 milioni di euro IVA in Italia 2021secondo le fonti.

Importo per il periodo fino a 2015 contava 870 milioni di euro.

Una delle fonti ha spiegato che il punto più importante è stabilire un collegamento tra il libero accesso e il trasferimento dei dati come transazione imponibile, che potrebbe avere implicazioni per altre società multinazionali e altri paesi in Europa.

Una terza fonte ha detto a Reuters che Meta ritiene che non esista una relazione diretta tra i dati forniti dagli utenti e l’accesso concesso alla piattaforma, e senza tale relazione non dovrebbe essere pagato. I.V.A.

La valutazione delle autorità italiane è stata portata all’attenzione di Meta e il dialogo tra la società e le autorità fiscali è in corso, secondo la fonte.

L’azienda può decidere di accettare l’esito dell’istruttoria e versare l’importo richiesto, oppure di contestarlo e aprire un contenzioso amministrativo.

Negli ultimi anni, Procura di Milano ha avviato diverse indagini fiscali su società tecnologiche multinazionali come Google e Apple.

Di solito, una volta raggiunto un accordo sul pagamento, l’indagine penale viene chiusa.

Ludovico Schiavone

"Analista incredibilmente umile. Giocatore. Organizzatore. Specialista estremo di zombi. Orgoglioso esperto di Twitter. Appassionato introverso."

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *