Italia: guidata dal saluto fascista “araldo”.

Numericamente intatto, ma politicamente catturato dalla posizione di Forza Italia di Berlusconi, il nuovo governo di coalizione di estrema destra ed estrema destra in Italia da il processo di elezione di un nuovo presidente al Senato. Quanto ai cittadini, si chiede loro di accettare o almeno abituarsi al fatto che il capo dell’agenzia – e l’uomo che sostituirà in un pizzico il presidente repubblicano Sergio Mattarella – è un bambino vero. dell’estrema destra e del movimento neofascista.

Questo è Ignazio Benito la Russa, come è il suo nome completo, figura di spicco del partito Fratellanza Italiana ed ex ministro della Difesa nel quarto governo di Silvio Berlusconi, che ha co-fondato Fratellanza Italiana con Giorgia Meloni circa un decennio fa. Un politico che – oltre alla lunga carriera politica e ai legami organici con l’estremismo di destra – fece scalpore anche durante la pandemia, quando, seppur scherzando, chiese agli italiani di usare saluti fascisti durante i loro comizi per evitare le strette di mano.

Ebbene, potete intuire come si è sentita la neopresidente del Senato in apertura della seduta di ieri, la prima dalle elezioni del 25 settembre, condotte dalla senatrice a vita 92enne Liliane Segre, che è una delle poche sopravvissute all’Olocausto . . Tanto più quando Segre, durante il suo intervento, ha significativamente ricordato al suo pubblico il triste centenario della Grande Marcia verso Roma di Mussolini e del suo abito nero.

Fascista “ombra”.

Nonostante Meloni abbia sostenuto che il suo partito è fautore di un patriottismo conservatore e “ha portato il fascismo al giudizio della Storia”, mentre “non c’è nulla di fascista, razzista o antisemita nel suo DNA”, il suo passato è troppo e dirigenti come La Russa lasciano molte “ombre”. È caratteristico che il padre del nuovo presidente del Senato, Antonino, fosse il segretario del Partito Nazionale Fascista di Mussolini nella città di Paterno.

Dopo la fine della guerra e la caduta del regime, aderì lui stesso al Movimento Sociale Italiano neofascista (MSI), dove fu raggiunto da Ignazio e dal fratello minore Romano – assessore eletto in Lombardia che, a settembre, accolse aperto fascista provocando un trambusto. I due fratelli, infatti, divennero giovani missini (come la Meloni), mentre nell’aprile del 1973 furono coinvolti in un incidente avvenuto durante una manifestazione contro la “violenza rossa” e che provocò la morte di un poliziotto per il lancio di una granata. .

Politica “incrinata”.

Al voto di ieri La Russa ha finito per ottenere 116 voti (su un totale di 200), uno in più rispetto al teorico numero di partiti a favore della Meloni. Tuttavia, i dati di cui sopra sono dovuti anche ai voti positivi di alcuni esponenti dell’opposizione o dei partiti minori – non si sa quali… – in quanto durante il processo sono state messe in luce “lacune” nel campo di governo.

Il motivo è stata la reazione di alcuni senatori di Forza Italia al degrado del partito nel nuovo governo, che alla fine li ha portati a non votarlo, “disobbedendo” ai fondatori e ai leader della fazione. Era chiaro, tuttavia, che stavano agendo secondo le sue stesse istruzioni, poiché diversi resoconti dei media italiani indicavano un Cavaliere furioso per il rifiuto di Meloni di accettare le sue richieste “separate”. Cosa che è risultata evidente anche nel comunicato da lui rilasciato a processo concluso, sottolineando che le astensioni dei suoi senatori erano dovute a “un forte disagio per i veti di questi giorni sulla formazione di un governo”.

Ricordiamo che, sulla base della procedura prevista, Mattarella dovrebbe iniziare le consultazioni con i vertici parlamentari a metà della prossima settimana, mentre la Meloni riceverà quasi sicuramente il mandato per formare un governo.

Ludovico Schiavone

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